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Lamezia. Pubblico delle grandi occasioni per “I Cavalli di Monsignor Perrelli”

2 min di lettura

Giovedì 5 novembre al Teatro Grandinetti in scena I cavalli di Monsignor Perrelli, con un grandissimo Peppe Barra e la regia di Lamberto Lambertini.

Presenti il sindaco e l’assessore alla cultura che, appena insediata, ha salutato per la prima volta i cittadini di Lamezia.

A sipario ancora chiuso aveva già catalizzato l’attenzione su di sé, un divertito Peppe Barra con il primo dei monologhi.
Ironico, tagliente, sfacciato, espressione della napoletanità.

Impossibile non ridere con il suo personaggio: Meneca, l’irriverente perpetua di Monsignor Perrelli, interpretato da Patrizio Trampetti.

Quella di Monsignor Perrelli è una leggenda antica, che risale all’epoca di Ferdinando IV di Borbone.

Si narra che il re e sua moglie Carolina attendessero con ansia le visite del Monsignore, per farsi qualche sana risata. Uomo di Chiesa, le sue stramberie ed eccentricità fatte di strampalate scoperte scientifiche, rasentavano la follia.

Ogni scempiaggine che arrivava a Corte, veniva attribuita a lui, persino dopo la sua morte: le alici che hanno reso il mare salato o i cavalli che morirono di fame proprio quando si stavano abituando a vivere di sola acqua (da cui il titolo), e chissà che altro…

Al centro della scena una serie continua e ininterrotta di luoghi comici che vedono protagonisti il Monsignor e la sua rassegnata Perpetua, che lo accudisce amorevolmente e lo vizia con le sue doti culinarie di stretta tradizione campana, e che si sfoga talvolta, dando vita ad esilaranti monologhi che rapiscono il pubblico.

Monsignor, sbadato e sempre con la testa tra le nuvole, altro non è che un bambino invecchiato, le cui parole e i cui gesti vengono ripetuti in maniera assillante e comica: un personaggio che diverte e fa affezionare il pubblico.

Quelli che vengono raccontati, sono gli ultimi momenti della sua assurda esistenza.

Oltre ai protagonisti, altri due attori e cantanti, Luigi Bignone e Enrico Vicinanza, che dopo essere apparsi nella prima scena come incubo del Perrelli nei panni del padre e della madre nell’ antico giorno della sua nascita, interpretano intermezzi canori di raffinato livello.

A far da sfondo il Vesuvio e il folklore napoletano.

L’opera, una farsa teatrale in musica, è divisa in due atti. I costumi sono di Annalisa Giacci, le scene di Carlo De Marino, le musiche di Giorgio Mellone e Patrizio Trampetti, e la Coproduzione di Tradizione e Turismo – Centro di Produzione Teatrale, Ente Teatro Cronaca Vesuvioteatro, A.G. Spettacoli.

Magistrale prova d’attore per Peppe Barra e ovazione della platea, un altro successo della stagione teatrale firmata Ama Calabria.

 Maria Francesca Gentile

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