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Lamezia Terme e il problema dei trasporti, la soluzione c’è ma non si vede

4 min di lettura

Il problema dei trasporti sul territorio lametino e la proposta di una possibile alternativa

LAMEZIA. È cosa ahimè nota che la Calabria tutta sia afflitta da atavici problemi che sembra proprio non riescano a trovare una soluzione definitiva.
Lamezia Terme ne è, in particolare in questo periodo, il riflesso perfetto. Una città di circa 70.000 abitanti, nata dalla fusione dei centri abitati di Nicastro, Sambiase e Sant’Eufemia e che ha spento le sue 50 candeline proprio un mese fa con le dovute celebrazioni, nella quale sono spesso concentrate molte delle difficoltà che attanagliano poi l’intera regione.
Una città che sembra non riesca mai a fare il passo decisivo verso un reale sviluppo socio-economico, forse poco ambiziosa anche solo per aspirare al cambiamento step by step e che certo potrebbe farle fare il salto di qualità che la renderebbe davvero la terza città della Calabria.

Stazione di Nicastro

Ma, con rammarico, al momento è come assistere agli incontri scuola-famiglia: “ha le capacità, ma non si applica”.

 

In questo caso però non si parlerà del terzo scioglimento del Comune di Lamezia Terme per infiltrazione mafiosa, di campagne elettorali, del servizio idrico cittadino sistematicamente interrotto, della spazzatura che a periodi alterni invade le strade cittadine, della chiusura degli impianti sportivi o della fiera di San Biagio (trend topic che ha monopolizzato le testate locali e la maggior parte dei discorsi dei lametini stessi).

Il problema da affrontare, e per il quale proporre una risoluzione, è un altro e non di poco conto: i trasporti.
A discapito infatti delle notevoli dimensioni ed estensione territoriale, la città della Piana ha ancora numerosi problemi legati alla mobilità, che sia su rotaia o su strada.
Ma partiamo dal principio, sono almeno tre le stazioni ferroviarie presenti sul territorio lametino: Lamezia Terme Centrale, snodo ferroviario strategico per tutta la Calabria – anche e soprattutto considerando la sua vicinanza all’aeroporto internazionale -, servita da tutte le categorie di treno, punto di diramazione dell’importante trasversale Lamezia Terme Centrale – Catanzaro Lido; la stazione di Lamezia Terme Nicastro e quella di Lamezia Terme Sambiase, che attualmente però non è attiva sul territorio.
Il trasporto su gomma all’interno del territorio comunale è invece gestito dalla Lamezia Multiservizi che offre un servizio di bus urbani probabilmente poco valorizzato e che forse avrebbe bisogno di un tipo di organizzazione più capillare ed efficiente, ma che al momento ha comunque una buona gestione del servizio navetta tra la stazione di Lamezia Terme Centrale e l’aeroporto, utilizzabile tra l’altro anche con biglietto ferroviario di Trenitalia riportante origine e destinazione.
Questo tipo di mobilità è controllata anche da autolinee e consorzi privati, al punto che diventa anche complicato ricostruire nel dettaglio tutto l’insieme delle relazioni di interesse regionale che collegano Lamezia Terme con il resto della Calabria.

Già a partire da questo punto è possibile notare il problema, tra l’altro molto comune in Calabria, che riguarda la totale mancanza di “dialogo” tra i servizi su gomma e quelli ferroviari, questi ultimi tediati dall’ulteriore carenza di collegamenti con determinate regioni, tanto che risulta quanto mai difficile poter arrivare per esempio in Puglia, senza trasformare un semplice viaggio in una odissea senza fine; risultato talvolta di un certo isolazionismo adottato da Trenitalia che spesso tende a lasciare ai margini la Calabria se non addirittura a tagliarla fuori.
È in questo quadro generale che dunque si inseriscono una serie di considerazioni e conseguenti domande.
Considerando infatti che Nicastro è costantemente affollata da autobus, ognuno con propri percorsi, fermate e punti di partenza/ricovero, perché non pensare a una vera e propria autostazione nei pressi della stazione ferroviaria?
Potrebbero così nascere e moltiplicarsi una serie di punti di interscambio tra treno e bus che di conseguenza andrebbero a implementare così un impianto ferroviario oggi utilizzato al minimo delle proprie potenzialità, ma anzi spesso lasciato in balia dell’incuria e del degrado.
Secondo l’Associazione Ferrovie in Calabria, questo tipo di progetto non sarebbe di certo una banale, utopica o semplicemente troppo ottimistica proposta, poiché in realtà non servirebbe costruire chissà quale “mega opera”: “basterebbe mettere in sicurezza l’area, bonificarla e allestirla con le strutture essenziali per un’autostazione, aree di fermata, sosta e manovra bus, pensiline ed eventualmente anche recupero dell’ex magazzino merci riutilizzandolo come piccola area direzionale/biglietteria per le società di trasporto su gomma, recuperando alcuni locali anche per installazione di bar, aree ristoro, bagni”.
Ma anche la stessa stazione ferroviaria ha sicuramente bisogno di certo ammodernamento attraverso l’installazione di emettitrici automatiche dei biglietti ferroviari, abbattimento di barriere architettoniche, aumento delle aree di attesa treni al coperto e maggiore cura degli impianti.

Ripristinare inoltre la stazione ferroviaria di Sambiase, da quasi due anni ristrutturata a fondo, ma ancora oggi totalmente inutilizzata nonostante le notevoli potenzialità dell’impianto non lontanissimo dal centro abitato.
Si darebbe così anche la possibilità ai due centri di non rimanere isolati rispetto alla stazione centrale di Sant’Eufemia.
Assecondando una teoria di Ferrovie in Calabria forse la domanda da porsi e che potrebbe, perché no, fornire una soluzione al problema dei trasporti lametini, è: se si pensasse all’elettrificazione, tanto per cominciare, da Lamezia Terme Centrale a Lamezia Terme Nicastro?

Valentina Dattilo

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