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Lettera pubblica al segretario nazionale della federazione trasporto aereo UGL

3 min di lettura

Caro segretario, mi congratulo con te, a nome di molti Alitalia ed ex-Alitalia, per la tua presa di posizione a tutela della società, mi si consenta il passaggio, personalmente continuo a considerarla come la Compagnia di Bandiera, che ha rappresentato e può ancora rappresentare i valori e il progresso aereo dell’Italia nel mondo

Comunicato Stampa

È un marchio nostro, un marchio che va contrapposto allo sfruttamento e strapotere dei sistemi di produzione, smercio e consumo straniero.

Noi italiani siamo sempre stati, almeno in parte, sedotti dall’esterofilia, sia nei termini linguistici che nel modo corrente di vivere ed esprimersi, cancellando la nostra lingua e le nostre fondamenta.

L’Alitalia, a suo tempo, gestiva il traffico aereo e le concessioni in formula di monopolio, errore madornale che non consentiva la concorrenzialità, l’avvento dell’euro volo e l’abbattimento delle frontiere hanno modificato le scelte attuando un pluralismo di vettori che doveva essere basato sulle offerte migliorative e sulla qualità del servizio, non certamente sul ribasso costi biglietti.

Purtroppo, nell’Italia di oggi, le norme e le regole sono solo degli optional inseribili quando e come fa comodo. Sul trasporto aereo ci sarebbe molto da dire a cominciare dall’incapacità di trovare dei tecnici “non politici” che sappiano realmente cosa significa e cosa rappresenta il mezzo aereo.

Scusami, ma parliamo un attimo della Calabria aerea, la regione piange la mancanza cronica di gente che capisca di volo, la società a gestione unica che non si raccapezza di come e cosa fare di tre aeroporti, “reclutati” e “ricevuti” per grazia ENAC, saltella cercando soluzioni locali, creando bandi di concorsi e graduatorie senza, per altro, recuperare il capitale professionale e lavorativo esistente preparato in materia, ma dimenticato dopo il crollo delle due società fallite (Crotone e Reggio Calabria).

Del resto, senza una spiegazione, anni fa, Alitalia ha cancellato il collegamento diretto Lamezia – Bologna – Lamezia, rinunciando anche ad altre tratte, uno dei tanti errori della compagnia, lasciando campo libero alla Ryanair.

Un volo che operava giornalmente con circa il 50 -70% di passeggeri, inaccettabile la sua prematura messa in pensione. Guardando poi altre situazioni regionali, l’Alitalia è presente con collegamenti aerei gestiti del suo personale, impiegati, operai e tecnici, solo su Reggio Calabria.

Ha abbandonato Crotone aeroporto considerato di utilità sociale e turistica con gli sgravi fiscali sugli oneri di servizio, ha ceduto l’intero scalo di Lamezia, alla società di gestione. In questi ultimi anni, non abbiamo capito la politica Alitalia, comunque e nonostante tutto, ancora oggi, è vista di buon occhio dall’utenza locale.

Finanziamenti da parte dello stato o da altri enti non serviranno a niente se la compagnia non cambia il vertice, potrebbe essere interessante un’autogestione o una compartecipazione da parte dei dipendenti, proposta effettuata nel passato ma lasciata cadere. Sprechi, tagli, investimenti inutili, debbono essere appianati e cancellati, la società deve avere la volontà a tornare vincente, anche attraverso alcune rinunce, in linea con gli altri marchi mondiali del trasporto aereo, altrimenti è solo un gettare denaro in una fornace senza fondo.

L’acquisto parziale da parte di altre compagnie è, in pratica, uno sfruttare il momento difficile, un ricatto, sapendo che l’Alitalia è con l’acqua alla gola disposta a tutto.

Se l’ILVA di Taranto è un rischio per circa 10 mila lavoratori, più quelli che operano nell’indotto per la produzione dell’acciaio oltre ad essere un grave danno per tutta siderurgia internazionale, la fine della ex-compagnia di bandiera significherebbe la perdita di un enorme nucleo di elementi che fanno la storia del settore, la cui professionalità è indiscutibile.

Gianfranco Turino
Presidente Calabria Sociale

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