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Mafie fuori confine, “La Germania è il paradiso delle cosche mafiose”

2 min di lettura

Perugia – Si parla di mafie in Germania all’edizione numero undici del Festival Internazionale del Giornalismo. Cecilia Anesi e Giulio Rubino, co-fondatori di IRPI, Margherita Bettoni dell’agenzia di giornalismo investigativo Correctiv, e Franco Castaldo, fondatore e direttore di Grandangolo, hanno dato vita a un interessante incontro incentrato sulle sempre più attrezzate e potenti mafie italiane operanti in Germania con un focus sulle criticità della legislatura tedesca per quel che riguarda la lotta alla criminalità organizzata, anche dopo la strage di Duisburg del 2007.

Cecilia Anesi ha presentato la testimonianza di un lavoro di squadra che prosegue da anni e che analizza il problema della criminalità dal locale al globale, dal paesino dell’entroterra siciliano alla grande città fuori dai confini italiani.

Le mafie made in Italy sono presentissime e molto forti in territorio tedesco, dalla Baviera, all’Assia, ma anche nei land della zona orientale dove la criminalità organizzata ha investito in maniera pesante negli immobili. Per lungo tempo si è fatto l’errore di pensare che la mafia fosse una faccenda esclusivamente legata al Meridione d’Italia, mentre le cosche hanno ampliato sempre più i loro orizzonti. “La Germania è il loro paradiso – dice la Anesi – e tutto questo va avanti da vent’anni anche se il mondo se ne è accorto solamente dopo la famosa strage di Duisburg del 2007”. All’indomani della mattanza di Duisburg, la Germania e tutto il globo capirono che bisognava conoscere la ‘ndrangheta; l’organizzazione criminale che ha le sue origini in Calabria, infatti, è la più presente nel territorio tedesco.

Da sx: Giulio Rubino, Cecilia Anesi, Margherita Bettoni e Franco Castaldo

Ma perché proprio in Germania? Secondo i relatori, lo sviluppo della criminalità in Germania è dovuto alla mancanza nella legislazione tedesca del reato di associazione mafiosa. “La polizia tedesca – osserva Franco Castaldo – ha intercettato battesimi di mafia, ma non ha potuto fare nulla appunto per la mancanza di reato, una difficoltà legislativa di base”. In Germania, differentemente da come avviene in Italia, inoltre, non esiste alcun sequestro di beni preventivo.

Ancora Castaldo, specializzato nelle vicende della mafia e della stidda, ha parlato degli albori della malavita organizzata siciliana in Germania dicendo che lì “i criminali della mafia e della stidda hanno trovato riparo”. Con l’intervento di Giulio Rubino, si è discusso delle ultime ricerche di gruppo riguardanti alcune storie di collaboratori di giustizia, delicate vicende che sono state concentrate nel libro-documentario “Die mafia in Deutschland”, raccolta curata da Correctiv che mira ad accendere la luce sul seppur ancora incompleto e per certi versi inesplorato fenomeno mafioso in Germania.

Antonio Pagliuso

 

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