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Mara Maionchi ed Alessandro D’Avenia: tra Talent e talento

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mara maionchi

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Intervista impossibile, che sento erede, pur erode-ndola, di un filone già percorso: quello di I. Calvino, di cui lo scrivente ne riprende il gusto letterario, riconoscendo nel Narratore la multiforme genialità ed in me solo geni malati, ma umilmente ghiotti di vitalità.

mara maionchi
Mara Maionchi

Le lettere, del resto, creano delle letterature domestiche: anonime, ma non anomiche se non si è anemici di Canoni. Dentro la veste di un apocrifo scellerato, come il mio, urla una Buona Novella: l’avanguardia di un grande artista, sorridente di ogni artigianato rimemorativo, a patto che si scriva il meglio possibile.

……..

Italiani, figli del pensiero altrui, direbbe Paolo Bonolis, ora frugoletti del tubo catodico, ripetendo con storpiatura ancora lui, mentre ci  apprestiamo ad entrare in uno studio di Rai tre.

Ora, senza tergiversare, ad un cenno di un bodyguard, passiamo  tra i meandri del cronosisma di “Che tempo che fa”: ed è tempo di fare una nuova esperienza, completandoci  nella tele-contingenza.  Ospiti nello studio, dicono, Alessandro D’Avenia e Mara Maionchi. Uno slideshow ci guida ad occupare i posti riservati al pubblico in sala, mentre, al trillo di  Ladies and gentlemen, dietro alla consueta scrivania-acquario dello studio, Fabio Fazio e Luciana Littizzetto annunciano l’arrivo dei Vip della prima serata. Standing ovation per lo scrittore affermato e per la produttrice discografica.

Fabio Fazio: Sono imbarazzato di avere tra di noi uno che è più di uno: scrittore, insegnante e sceneggiatore italiano…(ed il conduttore è, a questo punto, interrotto).

Luciana Littizzetto: Ma allora sei proprio un Pesce lesso! Scusa, dico a lui, Alessandro, chiedo venia, D’Avenia!  Di me che dovresti dire!? Comica, cabarettista, conduttrice radiofonica, doppiatrice, attrice e docente italiana.  Visto che non ti sprechi  con me, impara a  ricevermi  d’ora in poi con un tappeto rosso! Cominciamo a mettere i puttini sulle i, diavolaccio che non sei altro!!

Fabio Fazio (indisturbato e senza deviare la sua rima buccale): e qui, alla mia destra, il giudice del talent show più seguito in Italia: Mara Maionchi.

Luciana Littizzetto (accennando un saluto femminista): bofonchi(a), Maionchi! Ci metta una parola pure lei! Ha modi androcratici, lui!

Mara Maionchi (fiutando tensione in aria): Sento odore di spiedo in Studio! Eh sì, Campo de’ Fiori, accidenti!

Luciana Littizzetto (non capendo l’antifona): Costui non capisce un mazzo! Altro che mazzolin di fiori!

Alessandro D’Avenia (nell’aspetto leopardiano che lo accompagna dopo il successo de L’arte di essere fragili): Non spacchiamo il capello in quattro, proseguiamo senza presentazione, cortesemente!

Luciana Littizzetto: Ha bisogno di un parrucchiere!?

Alessandro D’Avenia: No, dicevo tanto per dire!

Luciana Littizzetto: Non dica nulla, allora, tanto per dire!

Fabio Fazio (dirimendo la situazione): Bene, entriamo nell’agone della discussione.

Luciana Littizzetto ( alzandosi e ritirandosi dietro le quinte): Che magone!

Fabio Fazio (senza scomporsi): Talent e talento. Pari nella disparità.

Eco di Luciana Littizzetto: Siii, Pari e dispari, oraaa….

Fabio Fazio: Signora Maionchi,  qual è il prezzo che va speso per essere talentuosi?

Mara Maionchi:  Io, Fazio, spero di far capire ai giovani che cantano che il talento è qualcosa che va coltivato. Non si nasce già arrivati: è qualcosa di molto complesso. Il lavoro duro batte il talento, se il talento non lavora duro. Vocazione, tecnica e tanto tempo, tanta Roba insieme, insomma!

Alessandro D’Avenia (sorridendo): Sì, tanta Roba! Come La Roba di Verga! Mi scusi, se mi introduco, ma la sua battuta apre, indirettamente, scenari letterari. Il talento come spendibilità parte proprio dalle arti, lo sa!? Da un segno, che si fa sogno nella realtà di tutti i tempi.

Mara Maionchi (con la franchezza del suo carattere): Giovanotto, lei è  un pentolo da inchiostro, glielo leggo in faccia!

Fabio Fazio, con la faccia di chi si rialza da una pentola di suffumigi, inizia a leggere ad alta voce, ficcandosi nella conversazione: Nella camera di un poeta, guardando il suo calamaio sul tavolino, qualcuno disse: «È strano quante cose possono uscire da questo calamaio! Che cosa ne uscirà la prossima volta? Sì, è proprio strano!».

Alessandro D’Avenia (riconoscendo l’incipit di una fiaba di Hans Christian Andersen): Voilà, un Homo-Nummus! Un talento da plus-factor, verga-to dalla Cultura.

Mentre i sottotitoli del programma offrono la traduzione testuale del Latinorum andato in onda (tra l’altro è sempre sulla cresta dell’onda, per inciso!), il conduttore televisivo chiede ulteriori delucidazioni sul senso di Uomo-moneta, come fattore in più per essere di buona stoffa nella vita.

Alessandro D’Avenia: Come il denaro, anche la parola esiste solo nell’atto di essere spesa , cioè l’uno e l’altra hanno una funzione solo quando ci se ne disfa, o parlando o pagando. Io sono un uomo di P(a)role, che fa prole in quella ricerca che è la Vita.

Mara Maionchi: Lei, è di parola, ha detto!?

Fabio Fazio: (nella garbata variazione della mimica facciale): Penso proprio di sì!

Fabio Fazio: Per chiudere, dati i tempi stretti della trasmissione, può leggerci un passo della sua ultima fatica: Ogni storia è storia d’amore?

Alessandro D’Avenia (premettendo di dedicare quelle parole alla regina di X-Factor): Siamo uomini perché possiamo coniugare i verbi al futuro, e divini perché possiamo flettere i verbi al futuro anteriore.

Mara Maionchi  (coinvolta ed emozionatasi, com’è nel suo stile): Non so che capperi ha detto, ma è molto interiore, Ragazzo!

Frattanto, rientra in Studio la Littizzetto e, sgranando gli occhi, si pone davanti alle telecamere dicendo: Chiediamo scusa ai telespettatori! Non siamo a C’è posta per te! Asciughiamoci gli occhi, quindi! Poi, rivolgendosi a Fazio: Esseri mitologici in circolo, cara gente! Mezzi uomini e mezzi pirla! Ostregheta! E non mi riferisco alla legge dell’ostrica di Verga! Sai di cosa sto parlando, vero???

Silenzio pietoso, chiusa Puntata. Au revoir!

Ogni riferimento a persone esistenti o a fatti realmente accaduti è puramente casuale.

Prof. Francesco Polopoli

(Malgrado problemi di midollo, senza essere smidollato)

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