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Marcello Mastroianni, l’icona del cinema italiano a vent’anni dalla scomparsa

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È stato il simbolo, e probabilmente lo è tuttora, di quella Dolce Vita cinematografata da Federico Fellini nel suo omonimo cult che sbancò i botteghini di tutto il Paese. Marcello Mastroianni, rimane ancora oggi, a vent’anni dalla morte, l’icona di quel mondo ideale che nel 1960 fu premiato con la Palma d’oro al Festival di Cannes e con l’Oscar per i costumi di scena; il protagonista de “La dolce vita”, autentico affresco di quell’Italia che, uscita dal difficile dopoguerra, si affacciava a un nuovo stile di vita e si preparava al boom economico.
Marcello Mastroianni nacque il 28 settembre del 1924 a Fontana Liri, comune ciociaro che a quel tempo superava le quattromila anime. Mostro sacro del cinema italiano al pari di Vittorio Gassman, Saturnino (Nino) Manfredi, Vittorio De Sica – anche loro curiosamente nati nell’allora provincia di Terra di Lavoro (Manfredi a Castro dei Volsci e De Sica a Sora) – di Mastroianni celeberrime e indimenticabili restano le sue partecipazioni in tante pellicole che hanno segnato la storia stessa della “settima arte” in Italia e non solo. Impossibile parlare di Mastroianni e impedire che il pensiero vaghi sulla scena senza tempo del bagno nella Fontana di Trevi con la compianta Anita Ekberg nel già citato lungometraggio “La dolce vita”. Ma non solo nel cult di Fellini; dell’attore laziale rimangono memorabili le interpretazioni in “Divorzio all’italiana”, in “8 ½” (sempre con il regista romagnolo) e in “Matrimonio all’italiana” e “Ieri, oggi, domani”, in entrambi al fianco di Sophia Loren, solo per citarne alcuni.

Film culto che sono valsi a Mastroianni numerosi premi come due Golden Globe, otto David di Donatello e otto Nastri d’Argento, tutti riconoscimenti che a due decenni della scomparsa rimangono a testimoniare la grandezza della sua arte, dietro quel suo sorriso beffardo e sornione. Marcello Mastroianni ha lasciato di sé l’immagine indelebile di un uomo colto, preparato, portatore di grande sensibilità, senza dubbio l’attore italiano più amato all’estero, ma alieno da velleità divistiche, dal portamento naturale dentro e fuori il set.
Dirà Dino Risi (celebre regista con cui Mastroianni lavorò nel 1981 in “Fantasma d’amore”) dopo la sua morte sopraggiunta il 19 dicembre 1996 a Parigi all’età di 72 anni: «Rappresentava l’italiano medio e pulito. E’ stato un piacere lavorare con lui».

Antonio Pagliuso

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