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Molinaro: burocrazia regionale dimostri il proprio valore o restituisca lo stipendio

2 min di lettura
Pietro Molinaro

La notizia è semplice e drammatica. Secondo il Ministero della Salute i dati sull’epidemia Covid in Calabria sono inaffidabili

Comunicato Stampa

Il Ministero ha scritto che la Calabria “viene classificata a rischio alto a titolo precauzionale in quanto non valutabile in modo attendibile per completezzadel dato di sorveglianza, insufficiente al momento della valutazione anche per la stimadell’Rt”.

Non che io mi fidi ciecamente delle valutazioni che fanno al Ministero, ma rispetto le regole. E le regole oggi prevedono che, con questa valutazione del Ministero, la Calabria anziché andare verso la normalità, sta viaggiando verso il ritorno alla Zona Rossa.

E non perché la situazione reale lo renda necessario. La colpa di tutto ciò, secondo il Ministero della Salute, è di chi non è stato capace in nove mesi di organizzare un sistema affidabile di rilevazione dei dati sull’epidemia.

Queste persone hanno un nome e cognome e vanno dal Direttore Generale del Dipartimento Salute, della Regione Calabria, Francesco Bevere, al delegato per l’emergenza Covid, Antonio Belcastro, a seguire, tutti i commissari delle cinque aziende sanitarie provinciali e delle quattro aziende ospedaliere:Simonetta Cinzia Bettelini, Luisa Latella, Franca Tancredi, Salvatore Gulli,  Francesco Masciari, Giuseppe Giuliano, Giovanni Meloni, Maria Carolina Ippolito, Domenico Giordano, Giuseppe Zuccatelli, Giuseppina Panizzoli, Iole Fantozzi. Per i fatti noti, non ci sono le condizioni per chiamare in causa il Commissario per la sanità regionale.

Per tutta la suddetta lista di professionisti, corresponsabili dell’inaffidabilità dei dati che fornisce la Calabria al Ministero, ci sono due alternative:

– aprono un contenzioso con il Ministero, contestano la valutazione ed ottengono una rettifica del “Monitoraggio” pubblicato il 4 dicembre, oppure

– riconoscono che sono degli incapaci e pagano di tasca propria, restituendo lo stipendio che gli è stato pagato dai calabresi.

E’ necessario stabilire chi ha sbagliato e continua a sbagliare. E chi ha sbagliato deve pagare. Se sono i burocrati del Ministero, devono pagare loro. Se sono i burocrati che operano in Calabria devono pagare loro. Tutti di tasca propria.

I cittadini calabresi, gli artigiani, i commercianti, gli agricoltori, i professionisti, le imprese, non possono essere gli unici a pagare il prezzo insostenibile di una situazione grave ma amplificata dalle incapacità della burocrazia nazionale e/o regionale.

I fatti di oggi sono troppo chiari. Aspetto di vedere quale sarà la scelta che faranno i burocrati che hanno in mano la sanità calabrese: contestare il Ministero ed ottenere la rettifica del monitoraggio oppure restituire lo stipendio.

 

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