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Morbillo a Lamezia, l’epidemia è diventata emergenza reale

4 min di lettura
Ospedale Lamezia Terme

Morbillo, emergenza in città: il 15% dei ricoveri in pediatria riguarda questa patologia

LAMEZIA. È vera emergenza l’epidemia di morbillo a Lamezia. Non è una chiacchiera da bar, bensì il parere fondato di Mimma Caloiero, responsabile del reparto di pediatria dell’ospedale “Giovanni Paolo II”.

La dottoressa Caloiero, reduce dalla Settima mondiale delle vaccinazioni che si è tenuta a partire dal 24 aprile scorso, ha chiarito come effettivamente nella città della piana il diffondersi del morbillo negli ultimi mesi abbia avuto un vero e proprio carattere epidemico. Si è pertanto ritenuto necessario mettere insieme una squadra operativa che pensasse a come fronteggiare l’emergenza con interventi concreti.

La squadra operativa

La squadra che sta studiando il fenomeno è composta da Antonio Gallucci, direttore medico del presidio ospedaliero unico dell’Asp di Catanzaro, dal direttore sanitario aziendale Amalia Gabriella De Luca, dal responsabile della struttura semplice vaccinazioni Rosario Raffa, dalla stessa Mimma Caloiero, responsabile del reparto di pediatria di Lamezia, dalla neonatologa Rossella Galiano, dall’infettivologa Giuseppina Berardelli e dalla rappresentante dell’ufficio di igiene e sanità pubblica Maria Montesanti. Ai responsabili istituzionali si aggiungono poi i pediatri di libera scelta rappresentati da Maria Grazia Licastro e Ida Perri.

La dottoressa Caloiero spiega che, alla luce dei dati 2017, il gruppo ha analizzato la situazione e stilato una strategia al fine di arginare l’epidemia. “Abbiamo verificato, dati alla mano, che si trattasse effettivamente di un’emergenza e che non fosse solo allarmismo. Si consideri infatti che il 15% dei ricoveri del 2017 riguarda casi di morbillo: naturalmente, quando c’è il ricovero vuol dire che si è al cospetto di una complicazione”.

La situazione dunque non è per nulla semplice.

No vax e obbligo vaccinale

“Per fortuna non abbiamo avuto decessi, ma abbiamo affrontato due casi gravissimi che riguardavano due piccoli pazienti già affetti da altre patologie di base, malattie gravi genetiche”. Bambini, questi, che si tutelano proprio con la vaccinazione a tappeto, in quanto il cosiddetto ‘effetto gregge’ va a coprire anche tutti quei soggetti che, per patologie genetiche, non possono ricevere il vaccino.

Generalmente la vaccinazione contro il morbillo è prevista dal dodicesimo mese di età. Il gruppo di lavoro, grazie anche ai contatti col ministero intercorsi tramite la dottoressa De Luca e il dottor Raffa, è riuscito a introdurre una novità anche tenendo conto della composizione dei vaccini di ultima generazione che includono la varicella, la parotite e la rosolia. “La novità è che la vaccinazione possa essere effettuata anche a partire dai 9 mesi”.

Per quel che concerne il trend delle vaccinazioni, Lamezia non è certamente fanalino di coda, tuttavia il lavoro da fare è ancora molto soprattutto davanti all’emergenza dei mesi scorsi (che ancora oggi non è stata totalmente sanata).

“C’è una buona media vaccinale a Lamezia, con un grosso impegno da parte dei pediatri di libera scelta. Tuttavia abbiamo la percezione che si stia affermando una corrente no vax: è vero che le percentuali di vaccinazione di mantengono elevate, però comincia a emerge la contestazione”.

La contestazione è comunque stata limitata anche grazie all’obbligo vaccinale. La dottoressa Caloriero ammette che vi è stato “un leggero calo delle vaccinazioni negli ultimi anni, pertanto l’obbligo per l’accesso a scuola è stato inevitabile e preferibile all’epidemia. Anche per l’effetto gregge, per proteggere quei bambini che non possono vaccinarsi a causa di patologie croniche”.

Impegno concreto a Lamezia

E mentre in Sicilia si vara un piano straordinario per le vaccinazioni… in Calabria cosa avviene?

Mimma Caloiero non può rispondere per l’intera regione, ma difende con orgoglio il lavoro che si sta portando avanti nella sua asp di riferimento. Spiega infatti che “la maggior parte dei ricoveri riguarda bambini italiani, tuttavia c’è una rilevante percentuale pari al 28% che comprende bambini di etnia rom (e un’altra minima parte marocchini), pertanto stiamo avviando il progetto concreto di effettuare una vaccinazione a tappeto tra i bambini rom che non l’hanno ricevuta. Si partirà dal controllo sul morbillo, ma poi si estenderà anche agli altri vaccini. Il direttore sanitario Gallucci ha messo a disposizione un ambulatorio adiacente alla pediatria dove dal 15 maggio, tutti i martedì pomeriggio, verranno vaccinati i bambini a rischio. Stiamo rispondendo all’emergenza operando in rete e iniziamo proprio da questo progetto”. Anche il reparto è ben attrezzato per fronteggiare l’emergenza. “Abbiamo costantemente bambini ricoverati, abbiamo delle camere di isolamento e cerchiamo di adottare precauzioni che possano limitare la diffusione del virus. Ad esempio, abbiamo verificato che tutto il personale sanitario sia stato vaccinato o abbia già contratto il morbillo in passato al fine di non contribuire al diffondersi dell’epidemia”.

Vaccino contro il morbillo e autismo: NESSUNA CORRELAZIONE

Sulla presunta correlazione con la diagnosi di autismo, causa principale del diffondersi delle teorie no vax, la Caloiero è categorica: non vi è alcun fondamento scientifico. “La paura dell’autismo, che è una patologia in aumento, allontana i genitori dalle vaccinazioni. La diagnosi di autismo si stabilisce tra i 18 mesi e i 2 anni di età, che è proprio la fascia in cui si effettuano le vaccinazioni per il morbillo. Non vi è correlazione scientifica, ma solo relativa al medesimo periodo”. I genitori di bambini autistici devono trovare una spiegazione e la scarsa informazione spinge ad associare la diagnosi di autismo alla vaccinazione contro il morbillo.

Ma vogliamo davvero mandare a monte decenni di ricerca medico-scientifica?

La posizione è chiara e bisogna definirla una volta per tutte: un’epidemia si debella col vaccino. Non possono esservi pareri su questi argomenti, non esistono punti di vista o posizioni più o meno concordi: la scienza non ammette opinioni.

Daniela Lucia

 

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