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La mucca della Cameo: un bos primigemius!

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La mucca della Cameo: un bos primigemius!

La mucca della Cameo: un bos primigemius!

Un delizioso budino, di richiamo al latino…

Le mucche fanno muuu

ma una fa mu mu

budino al latte con le macchie

super goloso, super cremoso

vaniglia ciocco ciocco vaniglia

ha fatto mu mu la mucca con gli occhiali

mu mu super cremosa evvai

ma che golosa è tutto ok…….

Fin qui lo spot che ci accompagna dal banco frigo dei supermercati ai dessert di mezza mattinata: per quanto mi riguarda, lo gusto a cucchiaiate tra i versi di una commedia antica, non potrei fare diversamente, lo sapete ormai: in Aristofane, nei Cavalieri, due personaggi che si lamentano tra sé e sé dei vizi della città fanno risuonare questo senario: ‹‹mymý mymý mymý mymý mymý mymý››.

Da qui, forse, nasce quel motto latino: neque …my facere audent (non osavano neppure fare “mu”); adagio, tra l’altro, riportato da Varrone nel terzo libro Sulla lingua latina (7, 101).

Il noto etimologista lasciava intendere che la my fosse il suono più disarticolato di tutti: quella lettera, infatti, è la più muta di tutte, se non altro perché fa contrarre ed occludere moltissimo la bocca alla fine.

C’è da dire che il verbo greco myzo dà l’idea di una voce emessa ora con un succhio, ora con le narici: ed il pensiero alle mucche non vi nascondo che mi è venuto da subito, pensando a questa modulazione facciale!

So, per consapevolezza, di far sgranare gli occhi bovini di qualcuno ma io mi diverto con il mio Cameum, lasciatemelo dire, chiamandolo finanche Camus, per ossequio alla memoria di chi ricreato il bello sulle tracce dell’antico.

Camusso, non lo chiamo mai, chiariamoci, perché ho qualche intolleranza al riguardo, ahahah!

Se mai, ripetendomi la declinazione di bos, bovis, mi cullo sull’idea di una cultura da incoraggiare, perché non se ne vada in vacca, come si suol dire.

Per la cronaca, non sto parlando di Gianluca Vacchi: quello è un Vitello d’oro in tempo di Mucche grasse. E qui mi taccio.

Prof. Francesco Polopoli

 

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