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‘Ndrangheta e prostituzione: ragazzo di Archi rivela “mi vendo ai picciotti per un po’ di droga”

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‘Ndrangheta e prostituzione

‘Ndrangheta e prostituzione

Giro di prostituzione maschile nel quartiere delle ‘Ndrine, secondo un’inchiesta di Klaus Davi.

Comunicato stampa

Ormai l’immagine del boss macho ed etero è appannaggio esclusivamente di un racconto cinematografico divenuto obsoleto e bugiardo. E neanche più di quello se si pensa che nella fiction “I Sopranos” uno dei principali capi era gay dichiarato.

Fra tutte le mafie, come disse Raffaele Cantone allo stesso Davi anni fa, la ‘Ndrangheta è quella più omofoba e maschilista. Tutta apparenza, però, tutta “tragedia”.

Lo conferma un ragazzo del quartiere Archi di Reggio Calabria, intervistato dal massmediologo in questi giorni, durante una delle sue puntuali perlustrazioni nei quartieri della mala (https://www.youtube.com/watch?v=8mGIeSx2sEk).

Carmine (nome di fantasia, ndr.) racconta come e dove avvengono questi incontri sessuali. Il prezzo dei quali sintetizza la miseria economica più che morale di un paese, o meglio una parte del paese, che è stata completamente abbandonata dalla politica.

Il ragazzo racconta in alcuni passaggi “mi vendo per un po’ di fumo, a volte anche gratis… ci vengono tutti, anche uomini sposati, è normale… anche i malandrini, dicono di no, quelli che vogliono fare la figura di malandrini o che sono malandrini, poi sotto sotto ci vanno anche loro” e all’esplicita domanda di Davi sulla presenza di boss tra i clienti, Carmine chiosa: “sì qualcuno c’è, sono attivi, però non parliamo che ci sono queste persone…”

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