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#letturedestate Flannery O’Connor e i racconti della realtà

2 min di lettura

Flannery O’Connor e i suoi racconti ovvero la perfezione che si fa narrazione

#letturedestate Votata al racconto, la penna perfetta di Flannery O’Connor in Tutti i racconti (Bompiani) colpisce il punto esatto focalizzato dal mirino e lo rende universale, consentendogli di attraversare i decenni fino ad arrivare ad oggi senza scalfitture, ma sempre attuale nel suo manifestarsi.

Colpisce sicura come in mano a uno scultore, questa penna acuta, levigando gli spigoli della realtà senza falsarli, ma anzi riproponendoli ai suoi lettori come miniature del comune sentire, umile, arido e aspro.

Gli stereotipi di una comunità bigotta, densa di pregiudizi e luoghi comuni solidi come macigni, vengono analizzati punto per punto, mai messi in ridicolo, ma disposti in serie da un punto di vista acuto e profondo, capace di entrarvi dentro come una sonda che esplora le ferite e che, da quel sangue grumoso e raffermo, è in grado di mettere in salvo l’umanità sepolta, pur con i limiti che essa custodisce.

Si allineano alla stregua di piccole perle i racconti della giovane scrittrice, che sono a ben vedere finestre sul quotidiano amaro della provincia americana. Reportage di diseguaglianze, ingiustizie, umiliazioni e difficoltà, tali sono gli scritti asciutti di Flannery O’Connor che non cede alla lusinga della scrittura fatta di orpelli e condimenti, rimanendo ben salda alla ricerca del vero, alla razionalità misera e spicciola della gente comune che deve mettere insieme la cena, deve convivere con la diversità, deve emergere per contrastare un destino di sconfitte.

Sono infatti gli umiliati e i vinti a popolare le pagine di questa scrittrice, che riesce ad allestire per loro scenografie concrete, vive e ricche di forza narrativa, alimentando l’illusione della vittoria per poi gettarli nuovamente nella fossa comune della mediocrità.

O della quotidianità.

I temi sono quelli attuali delle discriminazioni, del desiderio di rivalsa e della spasmodica quanto turpe volontà di emergere dal nulla. E sul nulla.

Scorrono su questa scia racconti come Il barbiere, La lince, Il tacchino, Il geranio, La vita che salvi può essere la tua e tutti gli altri scritti che completano la raccolta.

Si trascinò alla poltrona vicino alla finestra e vi si lasciò cadere sopra pesantemente. Stava per scoppiargli la gola. La gola stava per scoppiargli per colpa di un negro, di un maledetto negro che gli aveva dato un colpetto sulla schiena e l’aveva chiamato ‘vecchio mio‘” – Il geranio – Flannery O’Connor

 

Daniela Lucia

 

 

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