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Operazione “Las Vegas”: sequestrati beni per 9 milioni agli ‘eredi’ del “Re dei videopoker”

2 min di lettura
Guardia di finanza

Il provvedimento di sequestro, disposto dalla Dia ed eseguito dalla Guardia di Finanza, ha colpito il “Gruppo Sapone”

I militari della Guardia di Finanza di Reggio Calabria hanno eseguito un sequestro di beni immobili (sia terreni che fabbricati), società (sia quote societarie che complessi aziendali) e rapporti finanziari, per un’accertata sproporzione di circa 9 milioni di euro, nei confronti dei coniugi Antonio Sapone (cl’ 68) e Maria Ripepi (cl ‘69), imprenditori attivi nel settore del noleggio di apparecchi da intrattenimento con vincita in denaro nelle zone del Gebbione e di Sbarre della città di Reggio Calabria, contigui al gruppo mafioso Labate, nonché nei confronti di uno dei loro figli, Vincenzo Sapone (cl’ 92). Nello specifico, a seguito di articolate indagini, sono emerse svariate condotte criminali perpetrate dal cosiddetto “gruppo Sapone”, subentrato nella gestione del business a Gioacchino Campolo, forti del suo consenso.
Il “gruppo Sapone”, riferisce una nota della Fiamme Gialle reggine, ha beneficiato dell’eredità del “re dei videogiochi”, riuscendo così a fare quel salto imprenditoriale che ha consentito alle sue imprese di conoscere una vertiginosa crescita economica, soprattutto grazie alle “sponsorizzazioni” assicurate dalla cosca Labate. La loro vicinanza ad ambienti criminali di questo calibro sarebbe stata confermata anche dalle dichiarazioni di diversi collaboratori di giustizia di rilevante spessore, ritenuti affidabili in sede giudiziaria. Tra le condotte configuranti la pericolosità sociale qualificata dei soggetti proposti sono state segnalate plurime condotte integranti delitti contro la pubblica amministrazione – grazie al concorso di pubblici ufficiali infedeli che agevolavano la crescita imprenditoriale del gruppo, garantendo il conseguimento illecito di licenze ed autorizzazioni – plurime condotte estrinsecazione minacciosa e violenta dell’intimidazione di matrice mafiosa.

Gli accertamenti eseguiti hanno evidenziato una significativa e ingiustificata differenza tra il reddito dichiarato ai fini delle imposte sui redditi e il patrimonio posseduto (anche indirettamente, tramite i propri figli), nonché l’intrinseca illiceità dell’enorme patrimonio accumulato nell’arco temporale oggetto di investigazioni (15 anni): è stata così constatata la sussistenza di una sperequazione di oltre 8,8 milioni di euro. L’ingente disponibilità di denaro contante da parte dei componenti del “gruppo Sapone” è comprovata anche dalle modalità di effettuazione, da parte dei medesimi, di acquisti immobiliari di rilevante entità.
I finanzieri reggini hanno individuato e, contestualmente, sottoposto a sequestro 8 beni immobili (di cui 6 fabbricati e 2 terreni) situati a Reggio Calabria e a Milano e 4 società (con i relativi patrimoni), unitamente al complesso delle disponibilità finanziarie riconducibili ai soggetti proposti. Contestualmente l’Autorità Giudiziaria ha emesso un apposito decreto di perquisizione ricomprendente tutti i luoghi rientranti nella disponibilità dei componenti del “gruppo Sapone” e delle 4 società agli stessi riconducibili, al cui esito i militari hanno rinvenuto e sequestrato documentazione e altro materiale probatorio di rilevante interesse investigativo, che sarà oggetto di ulteriori approfondimenti.

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