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Operazione “Quinta bolgia”, la Cassazione smonta le accuse della Dda

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Operazione “Quinta bolgia”: la Cassazione smonta le accuse del procuratore Nicola Gratteri e della Dda di Catanzaro. Il supremo organo della magistratura ha annullato senza rinvio l’accusa di associazione a delinquere per gli indagati nell’inchiesta esplosa nel novembre scorso.

L’operazione  condotta dalla guardia di finanza, aveva palesato presunte attività illecite perpetrate nell’affidamento e nella gestione del “servizio autombulanze occasionale e su chiamata” gestito dall’azienda sanitaria provinciale di Catanzaro. Inoltre, secondo la Dda, era emerso un vero e proprio business dei cosiddetti ‘cassamortari’, ovvero delle agenzie di pompe funebri che si contendevano i malati ormai in fin di vita, degenti all’ospedale di Lamezia. La Cassazione ha annullato senza rinvio l’ordinanza del divieto di dimora in Calabria per Pino Galati. L’ex parlamentare, nell’inchiesta “Quinta bolgia” era stato accusato di abuso d’ufficio.

Accusa poi declassata in tentativo di illecita concorrenza aggravata dalle modalità mafiose. Torna in libertà anche l’ex consigliere comunale Luigi Muraca (51 anni), difeso dagli avvocati Piero Chiodo e Anselmo Torchia. Per lui una revoca senza rinvio sia per l’aggravante mafiosa che per quanto riguarda la turbativa d’asta e l’abuso di potere. Secondo l’accusa Galati avrebbe cercato, su richiesta dell’ex consigliere comunale di Lamezia Terme Luigi Muraca e dell’impresario di pompe funebri Pietro Putrino, di favorire quest’ultimo in una gara d’appalto per il servizio di ambulanze. I domiciliari erano stati poi revocati dal Tribunale del riesame di Catanzaro che aveva disposto il divieto di dimora in Calabria. Dopo la decisione della Cassazione, che ha accolto il ricorso dei difensori di Galati, gli avvocati Francesco Gambardella e Salvatore Cerra, l’ex deputato non ha più obblighi.

La Corte di Cassazione ha annullato senza rinvio, con riferimento al capo di imputazione afferente l’associazione per delinquere di stampo mafioso, l’ordinanza pronunciata dal Tribunale del Riesame di Catanzaro lo scorso novembre 2018 a carico di Pietro Putrino e Diego Putrino (classe 1982); annullando con rinvio al Tribunale del Riesame di Catanzaro in relazione alle esigenze cautelari su altro capo di imputazione, illecita concorrenza. Entrambi i Putrino sono difesi dagli avvocati Francesco Gambardella e Massimiliano Carnovale. Cade l’accusa anche per Tommaso Antonio Strangis, difeso dai legali Salvatore Staiano e Irene Strangis, che torna quindi in libertà. Sempre nell’ambito dell’operazione la Cassazione ha annullato senza rinvio, con riferimento al capo di imputazione afferente l’associazione per delinquere di stampo mafioso, per Francesco Di Spena, difeso dall’avvocato Lucio Canzoniere, ordinandone l’immediata scarcerazione; annullando con rinvio al Tribunale del Riesame di Catanzaro in relazione alle esigenze cautelari su altro capo di imputazione. La Corte ha poi annullato senza rinvio, con riferimento al capo di imputazione afferente l’associazione per delinquere di stampo mafioso, l’ordinanza pronunciata dal Tribunale del Riesame di Catanzaro a carico di Silvio Rocca e Pietro Rocca; annullando con rinvio al Tribunale del Riesame di Catanzaro in relazione alle esigenze cautelari su altro capo di imputazione. Entrambi i Rocca sono difesi dagli avvocati Renzo Andricciola e Salvatore Staiano. Infine annullamento senza rinvio e immediata liberazione per Vincenzo Torcasio difeso dall’avvocato Antonio Larussa. La Cassazione con tale ordinanza annulla sia l’ordinanza cautelare del Gip del Tribunale di Catanzaro sia quella del Tribunale della libertà.

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