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Nicolino Panedigrano: “Nuovo CdA Sacal illegittimo”

2 min di lettura
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L’avvocato pone l’accento sull’equilibrio tra i generi

Comunicato stampa:

Fermi tutti. A meno che Marziale Battaglia non sia una donna, il nuovo Consiglio di Amministrazione della SACAL è illegittimo.

La SACAL è infatti una società a prevalente controllo pubblico (ancora oggi la mano pubblica detiene più del 50% delle azioni), tant’è che la Regione ne controlla e ne pubblica sul proprio sito web Statuto e Bilanci. In quanto società a prevalente controllo pubblico deve rispettare la normativa sull’equilibrio tra i generi negli organismi di gestione dettata dalla Legge 120 del 2011 e dal suo Regolamento attuativo n. 251 del 2012. Legge e Regolamento esattamente recepiti nello Statuto della SACAL, che all’art. 10 stabilisce che ogni genere debba essere rappresentato nel suo CdA per almeno un terzo dei componenti. Ed un terzo di 5, arrotondato all’unità superiore, fa almeno 2 componenti donne.

Fa specie allora che, tutti concentrati nella spasmodica ricerca di simboli di legalità che ci possano far dimenticare i loro gravi errori precedenti, nessuno degli altissimi rappresentanti istituzionali dei soci pubblici di SACAL sia stato attento a rispettare una normativa che è stata imposta all’Italia dalla Comunità Europea e che ormai è, o almeno dovrebbe essere, un dato acquisito e di ordinaria amministrazione.

Ben conoscendolo, siamo sicuri che il Prefetto Arturo De Felice non vorrà prestarsi a ratificare una illegittimità così evidente, che già espone questo nuovo CdA alla vigilanza e ai rigori della Presidenza del Consiglio e del Ministro alle Pari Opportunità e che potrebbe addirittura determinare la decadenza di tutto il CdA.

Resta l’amaro dell’ennesima occasione in cui il gioiello economico di Lamezia e del lametino viene esposto a giochi di potere che ne minano l’immagine e la governance aziendale e che non chiariscono con nettezza i veri interessi che si intendono tutelare. Con in più l’abituale strascico, degno della Democrazia Cristiana dei tempi peggiori, di una ennesima lite da cortile nel PD, di cui davvero non sentivamo la mancanza.

Quello su cui come minino bisognerebbe interrogarci è infatti: 1) se i nomi indicati dai nostri enti locali (di cui qualche papavero scalda seggio a Roma è corso prontamente a rivendicare la paternità) rispondano agli interessi di sviluppo del nostro aeroporto o siano invece subalterne all’idea che serve qualche nostro sacrificio per salvare gli aeroporti di Reggio e Crotone, 2) se la Regione intenda investire nella nostra azienda aeroportuale anche mettendo mani al portafoglio per ripianare alcuni dei debiti che ancora ha nei suoi confronti, 3) se la SACAL debba finire in mani private, e chissà quali, o se è meglio che resti sotto il controllo pubblico.

Certo, sarebbe bastato andare a rileggersi l’art. 10 dello Statuto pubblicato sul sito web della SACAL (salvo che non sia stato modificato all’ultimo momento) per risparmiare a tutti delle spiritose boutade come quella della Presidenza da conferire a soci privati. Cosa che per nostra fortuna è ancora statutariamente vietata.

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