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Partito Comunista: in Regione trucchi contabili per mascherare bilanci terribili

2 min di lettura
Cittadella Regionale

La cittadella regionale degli uffici a Germaneto di Catanzaro

La Regione Calabria secondo la Corte dei Conti avrebbe attuato dei trucchi contabili per mascherare bilanci altrimenti terribili

Comunicato Stampa

Il Partito Comunista non si schiera con chi dà una lettura banale del problema, additando “la corruzione” come sola origine di questo scandalo.

La corruzione è solo uno degli strumenti e degli scudi di chi ha privatizzato un’intera società.

La radice di questo disagio amministrativo va rintracciata prima di tutto nei decenni di austerità che, soprattutto dall’adozione del trattato di Maastricht, ha costretto l’Italia a continui avanzi primari, come fosse un’azienda privata. Dal 2008 gli enti locali si sono visti ridurre i trasferimenti di 22 miliardi e hanno subito un calo dei finanziamenti per la sanità di 17,5 miliardi.

In queste condizioni, con l’obbligo del pareggio di bilancio e – in ultimo – con l’assenza di creditori pubblici per le amministrazioni locali che concedano credito a tassi facilitati come lo era una volta Cassa Depositi e Prestiti – è impossibile gestire i servizi essenziali e il ricorso a maquillage del genere è una triste conseguenza.

Ma il Partito Comunista non intende assolutamente assolvere gli amministratori che, da anni, guidano la Regione Calabria verso il dissesto sociale. Infatti, la responsabilità di denunciare una tale situazione sarebbe stata soprattutto la loro. Come responsabilità dei politici della nostra Regione è la seconda causa di scarsità di risorse pubbliche: la delega ai privati dei servizi fondamentali. Privati che, molto spesso e quando va bene, lungi da garantire un servizio più efficiente del pubblico, sfruttano concessioni e sussidi pubblici consci del grande potere negoziale che la gestione di servizi che sono monopoli naturali permette loro di fare. E, nel peggiore dei casi, sono intimamente connessi con gli interessi privati dei politici e dei dirigenti che concedono loro gli appalti e le gestioni pubbliche.

Un esempio su tutti è la gestione della società idrica Sorical insieme a quella che è stata per anni il suo azionista privato, la francese Veolia. Nel 2012, venne fuori che all’appello degli investimenti mancavano 25 milioni di Euro, quelli che Veolia avrebbe dovuto mettere dopo quelli versati dalla Regione.

Le richieste del Partito Comunista sono univoche e forti. Non basta la pur necessaria sostituzione in blocco della classe dirigente attuale. Lo Stato deve tornare a fare lo Stato e attuare l’equa ripartizione degli investimenti nazionali: negli ultimi anni, il settore pubblico allargato ha speso nel Meridione solo il 28% delle risorse, pur comprendendo, quest’area, più del 34% della popolazione. Il pubblico deve riprendere la gestione di tutti i servizi regionali delegati ai privati, assorbendo e tutelando a 360 gradi il personale: i servizi dovranno essere a servizio della collettività e non del profitto e della rendita di posizione di poche ditte, spesso preferite per motivi clientelari.

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