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Pegna: mancato contributo per Fortunata di Dio, La storia di Natuzza Evolo

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Ruggero Pegna esprime amarezza per il mancato contributo al film “Fortunata di Dio, La storia di Natuzza Evolo” da parte della Calabria Film Commission, dopo che il suo progetto  aveva superato la verifica dei requisiti.

Ruggero Pegna, lo storico promoter calabrese e socio fondatore di Assomusica a cui si devono i più grandi eventi musicali, televisivi e internazionali realizzati in Calabria, tra cui anche la Notte degli Angeli realizzata a Paravati per Natuzza Evolo trasmessa in tutto il mondo da Rai International, ispirata al suo romanzo “Miracolo d’Amore”, esprime amarezza per il mancato contributo al film “Fortunata di Dio, La storia di Natuzza Evolo” da parte della Calabria Film Commission, dopo che il suo progetto  aveva superato la verifica dei requisiti, e fa un punto sulla situazione regionale del comparto Cultura e Spettacolo. 

“Ho appreso con rammarico l’esclusione del progetto del film “Fortunata di Dio – La storia di Natuzza Evolo” dalla terna di film finanziati da un bando della Calabria Film Commission, dopo che lo stesso era entrato tra gli otto selezionati per il rispetto dei requisiti richiesti. Il dispiacere dipende, innanzitutto, dal fatto che non è un progetto commerciale ma nasce, come sanno molti, dalla mia devozione per mamma Natuzza, che ho conosciuto sin da bambino e a cui ho attribuito il ‘miracolo’ della mia guarigione da una leucemia mortale, predicendo finanche l’esistenza dell’unica donatrice al mondo compatibile con il mio midollo. E sono anche tante le storie di cui sono stato testimone. Un progetto pensato e scritto con il maestro Francesco Perri, direttore del Conservatorio di Cosenza, anche lui devoto e autore dell’Opera su San Francesco di Paola che io stesso gli ho prodotto, e affidato alla regia di una figura geniale come Andrea Ortis, regista della straordinaria Divina Commedia, di cui sta girando un film per la Rai, con la co-produzione della Mic di Lara Carissimi. Per chiarezza, preciso che il contributo richiesto era di soli duecentomila euro per un film di due ore, importo irrisorio al cospetto dei quasi due milioni spesi dalla Regione per i quattro minuti dello spot di Muccino, peraltro senza bando. Evito ulteriori commenti nel merito, perché ogni calabrese può trarne le sue conclusioni, anche a riguardo della ricaduta di immagine e promozione che ne sarebbero derivate per la figura di Natuzza e perché realizzato da alcuni dei massimi esponenti della produzione culturale calabrese, diretti testimoni della sua vita. Questo ennesimo episodio di esterofilia di una certa nostra politica, che ha sostituito i vertici calabresi della Film Commission con una figura sicuramente di prestigio in campo giornalistico e dell’audiovisivo come Giovanni Minoli, ma che sin da subito ha dimostrato di non conoscere la realtà di questa regione, mi offre l’occasione per un giudizio complessivo, ad oggi estremamente negativo sull’operato dell’ ex presidente Santelli e del suo staff in campo culturale. Infatti, oltre allo spot di Muccino, fuori quantomeno da ogni criterio di analisi costi/prodotto, e al commissariamento della Film Commission, abbiamo assistito a situazioni inspiegabili, a cominciare dalla cancellazione della Legge Regionale n.13 per la parte storicamente riservata allo spettacolo finalizzato alla promozione turistica, principale risorsa per tanti operatori calabresi. Ufficialmente, ciò avrebbe dovuto consentire di mettere da parte due milioni di euro che, però, non si sa dove siano finiti. Per i “Grandi Eventi Storicizzati” è stato emanato a luglio un bando da trecentomila euro a festival che avrebbe dovuto proseguire quelli degli anni precedenti, consolidando i principali eventi calabresi, ma della graduatoria prevista per fine agosto, ad oggi, non se ne sa nulla, se non che sia stata sostituita la Commissione esaminatrice per irregolarità da loro stessi denunciate. Peraltro, era una bando che la Presidente aveva deciso di seguire personalmente, togliendolo dalle competenze dell’allora assessore Spirlì, a cui erano state lasciate briciole per gestire tutto l’Assessorato alla Cultura. Quest’ultima decisione di dividere Cultura, Spettacolo e Grandi Eventi, nel concreto togliendo risorse alla Cultura, aveva altresì prodotto, oltre a confusione, l’impossibilità di dare seguito a molti festival regionali, venendo a mancare il finanziamento di centodiecimila euro a base di tutti i precedenti bandi per eventi storicizzati del suo Assessorato. Ad oggi, mancando un coordinamento e le risorse, molti festival rischiano di sparire.  Infine, oltre all’elemosina di mille euro per professionisti dello spettacolo e nonostante milioni di euro non spesi, non si è pensato di dare alcun ristoro regionale a tutte le imprese che producono e organizzano gli eventi, veri motori di tutta la complessa filiera e di un vasto indotto. Come già fatto sia da operatore, sia da rappresentante di Assomusica, insieme ad altri esponenti calabresi delle massime istituzioni di categoria, rinnovo l’appello al presidente Spirlì di aprire un tavolo urgente su questi temi, perché, come ha finanche ribadito il Presidente Draghi, la Cultura e lo Spettacolo sono tra le prime vittime della pandemia e rappresentano l’anima e la storia del nostro Paese. Non è possibile abbandonare a se stessi quegli operatori della Cultura che, storicamente, hanno consentito e consentono alla Calabria, almeno in questo comparto, di essere competitiva a livello nazionale e internazionale.”

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