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Piccioni: i cittadini calabresi hanno diritto a una sanità “normale”

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rosario piccioni

Quanto accaduto in questi anni a Lamezia e nel comprensorio lametino sul fronte della sanità è lo specchio di una classe politica che negli ultimi decenni ha distrutto il sistema sanitario regionale facendone terreno di interessi e potere e delle macerie lasciate da un commissariamento che con Luigi De Magistris al governo della Regione sarà definitivamente superato

Comunicato Stampa

Ci sono alcune azioni chiave, non progetti mirabolanti e annunci, che possiamo realizzare nel giro del primo anno della prossima legislatura regionale.

A cominciare dall’istituzione di una consulta civica della sanità, che inverta il paradigma che ha mortificato nell’ultimo decennio la sanità calabrese: da una sanità gestita dall’esterno con mere operazioni aritmetiche, senza considerare gli effetti sulla vita reale delle persone, a un nuovo protagonismo dei cittadini calabresi nella tutela del diritto costituzionale alla salute.

Le tante associazioni, che in questi anni hanno fatto da “sentinelle” sulla tutela dei diritti delle persone, ma anche i cittadini comuni a partire dalle casalinghe fino agli operai, devono essere protagonisti sia per controllare che per fare proposte e suggerimenti.

Di fronte a dati di fatto incontrovertibili, che inchiodano la nostra Regione agli ultimi posti sul fronte dei livelli essenziali di assistenza, che oggi in Calabria non sono nei fatti garantiti, con solo 1 cittadino ogni 1000 abitanti che gode dell’assistenza domiciliare nella nostra Regione a fronte di una media nazionale di 8 cittadini ogni 1000, lanciamo delle proposte che vanno verso una radicale inversione di tendenza.

I livelli essenziali di assistenza vanno garantiti anche nella nostra Regione: senza più tergiversare o aspettare magari una nuova emergenza, si sblocchino nel più breve tempo possibile le assunzioni per completare gli organici negli ospedali e garantire i livelli essenziali di assistenza a tutti i cittadini calabresi.

Da Lamezia a Vibo passando per i presidi ospedalieri montani del nostro territorio, è inaccettabile vedere morire eccellenze ospedaliere di reparti e soprattutto di straordinari professionisti costretti a turni disumani per mancanza di personale. Il personale medico e ospedaliero dei nostri ospedali lavora con passione e professionalità impagabile, “eroi” per le condizioni in cui sono costretti ad operare.

Parallelamente occorre intervenire sull’assistenza domiciliare integrata. Non stiamo parlando di chimere o annunci: tra le risorse del Pnrr e i fondi nazionali già disponibili, con Luigi De Magistris al governo della Regione si potrà iniziare a intercettare subito le risorse e programmare un piano assunzionale senza precedenti.

Con le stesse risorse si potranno programmare iniziative formative per le badanti e le tante persone che assistono i nostri cari nelle case, supporto fondamentale in tante situazioni di solitudine.

Ciò consentirà sia di rafforzare l’assistenza domiciliare, avvicinando la sanità alle comunità e gravando sempre meno sugli ospedali, sia di dare una straordinaria risposta sul fronte occupazionale per figure professionali importanti, dagli Oss ai tecnici della riabilitazione, dagli infermieri professionali agli assistenti sociali, agli operatori tecnici per l’avvio della telemedicina che tutti sappiamo essere la nuova frontiera della sanità.

Certamente non possiamo permetterci di affidare di nuovo la salute delle persone alla classe politica regionale dello sfascio della sanità, al centrodestra di Occhiuto e Spirlì che in un anno e mezzo, in piena emergenza sanitaria, non è stato in grado di riattivare il reparto di malattie infettive dell’ospedale di Lamezia, una struttura all’avanguardia che va solo messa in funzione.

Ma si rendono conto tanto Spirlì quanto la commissione straordinaria dell’ASP di Catanzaro che ogni notte nel pronto soccorso di Lamezia si assiste a scene indegne della civiltà umana simili agli ospedali di guerra o a quelle dei paesi del terzo e quarto mondo, con pazienti con più patologie costretti senza i propri cari a nottate intere di attesa straziante perché la macchina per processare i tamponi “si ferma” alle 20 e da quel momento in poi bisogna attendere l’invio dei tamponi a Catanzaro, la processazione, l’esito e solo dopo l’eventuale ricovero?

Noi pretendiamo che l’ospedale di Lamezia, nell’interesse di tutto il comprensorio, sia dotato di strutture e servizi degni di un presidio sanitario che serve un bacino di 150mila abitanti.

Pretendiamo subito la riattivazione reale del reparto di malattie infettive, in previsione di un eventuale aggravamento dell’epidemia nel periodo invernale.

La commissione straordinaria dell’Asp di Catanzaro attinga a tutte le risorse possibili stanziate per l’emergenza Covid per assumere personale che garantisca h24 la processazione dei tamponi direttamente all’ospedale di Lamezia.

I cittadini del comprensorio lametino e di tutta la Calabria hanno diritto a una sanità “normale”, alla garanzia reale del diritto alla salute sancito dalla Costituzione è quanto dichiara Rosario Piccioni, candidato nella lista “de Magistris PRESIDENTE” circoscrizione centro

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