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Piccioni: consiglio paralizzato da questioni interne alla maggioranza

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Rosario Piccioni

Rosario Piccioni

E’ ormai passato un mese dalla sentenza del Tar Lazio che ha annullato lo scioglimento e legittimato il ritorno del consiglio comunale, della giunta e del sindaco

Comunicato Stampa

Subito dopo la pronuncia ho ribadito, come in altre occasioni, che bisogna stare sempre  senza se e senza ma dalla parte dello Stato e che quindi le sentenze vanno rispettate.

Ho però ribadito come le risultanze processuali non cancellano i fatti storici, soprattutto quelli che riguardano alcuni consiglieri dell’attuale maggioranza: quelli rimangono e pesano come un macigno sull’amministrazione Mascaro. E che soprattutto alcuni temi quali la questione morale, la composizione delle liste, la logica perversa del consenso a tutti i costi, la selezione della classe politica devono essere ancora di più al centro del dibattito politico cittadino.

Purtroppo, delle tante dichiarazioni roboanti di quelle ore, quasi bastasse rioccupare uno scranno per rimettere in moto la città, rimane ad oggi un dato di fatto: nessuna svolta con il passato, né una presa di posizione netta da parte del Sindaco e della sua maggioranza. Ci si è calati nel solito tran tran quotidiano, come se non fosse mai accaduto nulla e come se non ci fosse l’esigenza di mettere la questione morale al centro dell’agenda politica.

Di più: in quasi un mese ancora non è stato convocato il consiglio comunale. Possibile che dopo una pagina così difficile per il Consiglio Comunale e per l’intera cittadinanza il Sindaco e la sua maggioranza non hanno pensato che fosse assolutamente indispensabile ricominciare parlandosi, confrontandosi, dialogando, partecipando, in modo libero e responsabile?

Nella conferenza dei capigruppo tenutasi una settimana fa ho presentato una richiesta di convocazione immediata del Consiglio Comunale proprio per dare un segnale forte alla città: il Consiglio Comunale è tornato in carica e ricomincia la sua attività e lo fa avendo il coraggio di guardare in faccia quanto accaduto negli ultimi mesi. E soprattutto facendo chiarezza anche politica sulla sua composizione, alla luce dei tanti stravolgimenti politici accaduti negli ultimi 15 mesi. Una richiesta caduta inesorabilmente nel vuoto.  E’ un dato grave che deve far riflettere tutta la politica cittadina, a cominciare dalla maggioranza.

A Marina di Gioiosa, altro comune calabrese per il quale il Tar Lazio ha disposto l’annullamento del decreto di scioglimento nello stesso giorno di Lamezia, il consiglio comunale si è già riunito per avviare una discussione all’indomani del reinsediamento. E lo ha fatto addirittura con una seduta aperta anche agli interventi dei cittadini. In una realtà come Lamezia ancora in un mese sono riprese solo le prime commissioni. A parole tutti non vedevano l’ora di tornare per mettersi a lavorare per la città. Nei fatti è ormai chiaro a tutti che  il consiglio comunale non viene convocato soprattutto a causa di posizionamenti e situazioni irrisolte nella maggioranza.

E a bloccare la ripresa del normale funzionamento della massima assise cittadina sono i soliti giochi e tatticismi di un centrodestra che non vuole guardare in faccia i problemi e affrontarli. Ci sono vicende giudiziarie che pesano su questa maggioranza, vicende imbarazzanti che il centrodestra non riesce a risolvere al suo interno, bloccando così l’attività dell’intero consiglio comunale. Sia chiaro. I processi si fanno nei tribunali e i consiglieri comunali come tutti i cittadini hanno tutto il diritto di difendersi e di dimostrare la propria eventuale estraneità ai fatti. Ma rispetto al quadro emerso dalla relazione della commissione d’accesso, fatti comprovati e innegabili anche alla luce della sentenza del Tar, riproporre certe situazioni opache all’interno del consiglio comunale “reintegrato”, addirittura con consiglieri coinvolti in operazioni della DDA, come se nulla fosse successo, senza prenderne chiaramente le distanze, significa non aver imparato la lezione e non avere il coraggio di scelte politiche nette sul piano etico.

E’ proprio su questo punto, su grane giudiziarie e conflitti tutti interni alla maggioranza, che si sta impantanando la situazione ormai da un mese. I cittadini si aspettavano segnali di chiarezza e trasparenza, dopo quindici mesi di sospensione della vita democratica. E invece stiamo assistendo ai soliti vecchi giochi della politica: all’attendismo, ai cambi di casacca tutti interni al centrodestra, con consiglieri che cambiano gruppo di appartenenza per la terza volta dall’inizio della consiliatura, gruppi “pseudo”civici che scompaiono e confluiscono in un “indefinito” gruppo misto, spaccatura di gruppi e creazione di nuovi gruppi sempre all’interno della maggioranza. C

ifra di una situazione politica ingestibile e distante anni luce da ciò che i cittadini lametini ci chiedono. Balletti, teatrini, equilibrismi politici che questa città non può assolutamente permettersi, di fronte a urgenze ed emergenze che sono sotto gli occhi di tutti e sulle quali il consiglio comunale deve discutere al più presto.

Non possiamo aspettare. Con senso di responsabilità, com’è giusto che fosse dopo quindici mesi di commissariamento, abbiamo atteso che il sindaco riprendesse in mano le redini della situazione e avesse un quadro chiaro. Ma ora di tempo ne è già passato abbastanza. Basti dire che dalle primissime dichiarazioni di Mascaro, la nomina dei nuovi assessori per completare la giunta fosse una questione di ore e invece ad oggi nulla è accaduto.

Una maggioranza sempre più balcanizzata, con tanti e troppi appetiti e ambizioni personali al suo interno non può tenere ostaggio un’intera città. Il centrodestra faccia chiarezza al più presto e lo faccia nel luogo simbolo della rappresentanza popolare: il Consiglio Comunale.

Rosario Piccioni

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