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Piccioni: il presidente Santelli segua il modello della Toscana

2 min di lettura

Piccioni: medici di famiglia protagonisti nella lotta al coronavirus

Comunicato Stampa

In Calabria e in Italia siamo entrati in una fase cruciale per la lotta al coronavirus

E voglio sottolineare ancora una volta quanto sia fondamentale avere una strategia e muoversi in anticipo rispetto alla diffusione del virus. La strada maestra è quella di ridurre al minimo le possibilità di contagio, riducendo dove possibile l’ospedalizzazione e cercando di salvaguardare posti letto negli ospedali e nelle strutture attrezzate per l’emergenza. Rivolgo un appello alla presidente Santelli perché, come fatto in Regione Toscana dal presidente Rossi con il coinvolgimento delle Asp e delle federazioni dei medici di medicina generale, i medici di famiglia siano sempre più protagonisti della lotta al coronavirus.

Il modello che sarà attuato in Toscana, apprezzato e sostenuto dalle organizzazioni dei medici di medicina di generale, prevede di articolare il territorio in unità speciali di continuità assistenziale, in ciascuna delle quali opererà un certo numero di medici specializzati affiancati da altrettanti infermieri, dotati di tutti i dispositivi di protezione, che, su segnalazione dei medici di famiglia, si recheranno nelle abitazioni dei pazienti positivi già in quarantena e dei pazienti che avvertono i primi sintomi e per i quali potrebbe essere necessario effettuare il tampone.

Una strada simile avrebbe evidenti benefici: ridurre il numero, purtroppo ancora alto, di persone che, magari spinte da comprensibilissima paura, si recano autonomamente al pronto soccorso, con rischi per la sicurezza e creando sovraffollamenti;  ridurre, laddove ci siano le condizioni, le ospedalizzazioni e consentire ai pazienti sul territorio con sintomi lievi o trattabili a casa di essere seguite dai medici presso le proprie abitazioni, ancor più dopo le disposizioni dell’Aifa che consentono ai medici di famiglia di somministrare in casi di necessità alcuni farmaci antivirali; consentire ai medici di famiglia di seguire pazienti con altre patologie, evitando che magari si aggravino e debbano ricorrere all’ospedale, complicando ulteriormente la situazione di emergenza.

A tutto ciò si aggiunge un fattore psicologico molto importante per le persone, soprattutto in una fase come quella che stiamo vivendo: il rapporto più confidenziale che naturalmente si instaura tra il paziente e il medico in un contesto familiare, piuttosto che in quello ospedaliero.  Non dobbiamo nasconderci dietro un dito. Pur con tutti gli sforzi, sappiamo tutti che i posti letto per i ricoveri e le terapie intensive in Calabria sono limitati: laddove i pazienti possono essere seguiti sul territorio e a domicilio, nella massima sicurezza e con adeguati percorsi di cura, dobbiamo fare di tutto per seguire questa strada. Regioni molto più avanzate di noi sul piano sanitario e con una maggiore disponibilità di posti letto stanno seguendo questa strada.

La presidente Santelli si attivi subito con il commissario Cotticelli, con le Asp e con le organizzazioni dei medici di medicina generale calabresi per valutare la possibilità di attuare questo modello anche nella nostra regione.

Rosario Piccioni
(Lamezia bene comune)

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