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Provincia di Cosenza, nominate le Consigliere di parità

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Con decreto ministeriale l’avvocata Rossella Barberio è stata nominata Consigliera di parità della Provincia di Cosenza, mentre l’avvocata Ramona Bruni sarà la Consigliera di parità supplente

COSENZA – “Esperienza e competenza caratterizzano entrambe le professioniste che, per i prossimi quattro anni, saranno impegnate con la Provincia di Cosenza a svolgere funzioni di promozione della parità di genere nel mondo del lavoro, di vigilanza delle pari opportunità e di contrasto alle discriminazioni fra uomini e donne. Auguro buon lavoro alle avvocate – ha dichiarato il presidente della Provincia di Cosenza Franco Iacucci -, è necessario sensibilizzare le istituzioni, promuovere la cultura della parità di genere e combattere la disparità di trattamento anche sul luogo di lavoro e per farlo occorrono politiche nazionali mirate”.

Il dibattito politico di questi ultimi giorni dedica finalmente la giusta attenzione alla necessità di una maggiore presenza delle donne nella sfera pubblica – ha commentato la Consigliera Rossella Barberio, esperta di diritto amministrativo e costituzionale, attivista in materia di diritti civili – ma il rischio concreto è che le affermazioni di principio possano rimanere parole prive di contenuto se poi non si dà corpo e sostanza ai buoni propositi. La pandemia ha acuito il gap occupazionale, retributivo e di carriera, soprattutto nel Sud d’Italia. Tante, troppe donne hanno lasciato il lavoro senza farvi più ritorno. Quello che oggi emerge con chiarezza è che bisogna investire in modo strategico sull’occupazione femminile e sulle politiche sociali di sostegno al welfare, in modo da contrastare efficacemente i divari di genere e raggiungere l’obiettivo di una parità reale”.

L’avvocata Barberio, autrice di pubblicazioni scientifiche, è legale del Centro antiviolenza “Roberta Lanzino” ed ha patrocinato numerosi giudizi volti a garantire la presenza femminile nei luoghi della politica, nelle Giunte comunali e nei Consigli regionali. Di recente ha sollevato in giudizio la questione di costituzionalità della legge elettorale calabrese per mancata previsione delle norme sulla doppia preferenza di genere, norme successivamente approvate dal legislatore regionale.

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