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Raso (FdI): le scuole sono sicure ma non lo è ciò che ruota intorno ad esse!

7 min di lettura
pasqualino raso

Governo e commissari hanno ancora una volta la colpa grave di aver lasciato non adeguatamente protetta davanti al coronavirus la prima linea degli italiani al fronte; quella degli operatori sanitari, delle forze dell’ordine, degli insegnanti e di tutto il personale particolarmente esposto al contagio

Comunicato Stampa

A tal proposito ci risulta addirittura clamorosa la sentenza del Tar Calabria che rimanda i nostri figli a scuola, nel dubbio, in presenza e in assoluta assenza di sicurezza, in considerazione del fatto che all’epoca del ricorso al Tar delle signore di Paola, la Calabria non aveva avuto neppure metà della mole dei contagi avvenuti successivamente. Le scuole sono sicure ma non lo è ciò che ruota intorno ad esse!

Condividiamo quanto appena sostenuto dal presidente f.f. Nino Spirlì sui social in merito al rispetto delle sentenze “pur non condividendole”, così come la posizione della nostra leader nazionale On. Le Giorgia Meloni sulla necessità della scuola in presenza, seppur, come dalla stessa dichiarato in una nota trasmissione televisiva ieri sera, la figlia non è che l’abbia proprio vissuta in maniera drammatica, l’allontanamento, in questo particolare momento storico a tutela della salute pubblica. Lodevole anche la battaglia della nostra leader Wanda Ferro a difesa della sanità in Calabria.

Nessuna retorica sulla scuola quindi, e ricordiamo che secondo il bollettino di sorveglianza sul virus pubblicato dall’ISS, i dati dicono che al 7 novembre nella fascia 0-19 anni, che conteggia anche la fascia scolastica, sono stati 102.419 con una crescita del 1.073,10%, la più alta assoluta nella popolazione italiana, salvo poi, che L’Istituto Superiore di Sanità, con denuncia nell’ultimo report del 4 novembre, “renda noto” di notifiche tardive e lacunose; a quel punto, il ministero di Lucia Azzolina, sospende anche il monitoraggio presso le scuole sui dati settimanali dei contagi poiché non si potevano più portare avanti efficacemente! Il Tar di Catanzaro pretende invece un monitoraggio in Calabria! Il paese è al quarto posto come numeri di morti in Europa ed al quinto nel mondo!

Con la Calabria in Zona Rossa, con la vicenda dei commissariamenti, con i moniti dell’ASP con le ordinanze sindacali e regionali che vigilano sul territorio, il Tar Calabria che fa’?  Con un frammentato quadro generale si spinge in un’ardua sentenza dai contorni tutti da interpretare, in contrapposizione al Tar Campania che ha respinto invece il ricorso  delle mamme sulla chiusura delle scuole (all’epoca dei fatti neppure in zona rossa); in Puglia, il Tar sostiene invece che le scuole possano rimanere aperte e lascia libera scelta ai genitori se mandare i figli a frequentare in presenza oppure no, scelta questa già più ponderata!

Una sentenza contraddittoria quella del Tar di Catanzaro che ritiene sussistente il “Periculum” del grave pregiudizio educativo, formativo, ricadente sui destinatari ultimi del servizio scolastico”[1].

Com’è noto, i DPCM cancellano solo le ordinanze emanate in difformità dello stesso e se emanate prima, ma non cancellano quelle successive[2]. Qual’ è allora il senso ultimo di questa sentenza giacché tra pochi giorni sarà emanato il nuovo DPCM e potrà essere emessa una nuova ordinanza regionale di chiusura? La Legge [3] consegna ai presidenti di regione e sindaci, il potere di emanare ordinanze di carattere contingibile e urgente su tutto il proprio territorio. Tale facoltà, è prevista, ovviamente anche per il sindaco di Lamezia che conosce già perfettamente le norme[4]. Sia chiaro a tutti quindi, che la norma non limita in alcun modo il potere dei sindaci per la tutela dei propri concittadini dal covid-19, anzi, li estende!

Il Tar Calabria però, con una sentenza decisamente “innovativa”, amplia addirittura il novero degli elementi di valutazione ai fini del mantenimento o meno della didattica a distanza per le fasce più giovani, dalla materna al primo anno di media inferiore, in perfetta linea – senza voler pensar male – con la maggioranza di questo governo. Secondo il Tar Calabria bisogna anche valutare il “peso” della didattica in presenza! Dare il giusto peso quindi ai momenti di formazione che solo la fisicità degli insegnanti e dei compagni di classe possono dare, ignorando però le norme restrittive dei protocolli anticovid nelle scuole che rappresentano un castigo assoluto per la libertà di movimento e di qualsiasi forma di socializzazione. Non più il metro territoriale quindi, ma anche le prerogative ritenute più importanti della salute stessa, quali quelle della strutturazione della personalità e della socializzazione, come se ci scordassimo in un baleno, della pandemia che ci affligge. Il giudice dovrebbe quindi attendere la “verifica” sull’andamento delle varie curve epidemiologiche (ricordiamo però che allo stato sono sospese dalla “ministra” Azzolina) e con salvezza dei provvedimenti governativi centrali e locali sulla gestione dell’impatto epidemiologico, riconoscere valore alle specificità locali.

Si tenga presente che le scuole sono chiuse, “solo per modo di dire”, perché il ventaglio delle ipotesi in presenza, prevista dalle norme, racchiudono una platea sconfinata di alunni. Giusto e doveroso tenere in considerazione queste categorie, ma è altrettanto doveroso tutelare gli alunni, le famiglie ed il personale della scuola che non può fare da cavia, a partire dai docenti e finendo al personale ATA particolarmente esposti al contagio.

Ricordiamo che l’Italia ha una media nazionale di circa 21 alunni per classe e che hanno persino dovuto cambiare le mascherine “pannolino” poiché inadeguate, che si è giunti persino ai banchi “autoscontri”; disinfettare è l’ordine imperativo di ogni bambino, tenere le finestre aerate, percorsi differenziati, giusto così per dare il senso dell’inadeguatezza di questo sistema che richiede la didattica in presenza a tutti i costi nonostante gli 853 morti di oggi in Italia e la tragedia sanitaria e sociale che sta vivendo la Calabria.  La panacea di tutti i mali, in preda a chissà quali deliri, sembra quella di riaprire la scuola in barba alla disastrosa situazione sanitaria calabrese.

Ricordiamo però ai genitori che le linee guida del Ministero dell’Istruzione, così come specificato nelle ultime faq, prevedono particolari – anche se insufficienti – forme di tutela per chi ha casistiche particolari di alunni o familiari fragili, prevedendo, facendone richiesta al dirigente scolastico, la didattica in doppia modalità. Staremo vicini anche a coloro i quali opteranno per una scelta diversa, chiedendo il diritto alla didattica anche per loro.

Nel nostro territorio, destinatario di questa nostra, sappiamo con certezza che nel periodo precedente l’ordinanza sindacale di Paolo Mascaro giunta solo dopo le avvertenze ultime dell’ASP e quella regionale del presidente Spirlì, molte famiglie ed anche intere classi si astenevano già dal mandare a scuola i loro figli, tra l’altro, senza neppure l’ausilio della didattica a distanza. Ne prenda atto il sindaco allo scadere di quella vigente, così come prenda atto che di scuole se ne chiudevano già una al giorno per sospetti casi di Covid-19. Scuole senz’altro aperte ma solo se in assoluta sicurezza. La scuola in presenza è un’altra cosa, lo sappiamo tutti e ne siamo perfettamente consapevoli, ma la scuola in presenza e in sicurezza è l’unica che accettiamo; diversamente ci accontenteremo, con tutti i difetti ad essa connessa, della “sicura” didattica a distanza. Ascolti piuttosto Mascaro il segnale che arriva dalle forze politiche e dai cittadini tutti, dando uno sguardo al comune sentire, agendo in prevenzione, in precauzione e a tutela della salute pubblica, così come fanno molti suoi illustri ed autorevoli colleghi sindaci in Calabria e fuori della Calabria. Invitiamo anche il nostro consigliere d’opposizione Pietro Gallo e tutto il consiglio comunale, a sollecitare il sindaco ad un’approfondita ed attenta riflessione prima di prendere una decisione di simile portata. Comunichiamo altresì che raccogliamo giornalmente numerosissime istanze di famiglie che sceglieranno autonomamente di non mandare i figli a scuola in questo scenario. Attiviamoci pertanto a garantire l’ascolto e la didattica anche a queste famiglie che rappresentano l’assoluta maggioranza nel nostro territorio e nel resto del paese!

Saremmo grati inoltre, se Paolo Mascaro, ci dicesse, anche nel tramite della sua pagina politica di Facebook, l’esatto numero di contagi senza la consueta sottrazione quotidiana dei guariti, oltre alle ordinanze di quarantena complessivamente emesse sino ad ora nel nostro territorio, per darci così, l’esatta dimensione del fenomeno pandemico in città. Le saremmo inoltre grati, se comunicasse i dati alla città integralmente e solo una volta al giorno, anziché ricorrere alle correzioni quotidiane che depistano e disorientano continuamente la nostra comunità.

                                                                 Pasqualino Raso

F.lli D’Italia Lamezia Terme

[1] In prima istanza apparentemente in via cautelare e solo per i ricorrenti (una decina di famiglie), salvo poi ricorrere ad ulteriore precisazione dell’ufficio stampa della Giustizia amministrativa che in una successiva nota, “precisa che con il decreto n. 609/2020, depositato ieri, il Tar Calabria ha sospeso l’ordinanza regionale del 14 novembre 2020 con la quale era stata vietata la didattica in presenza nelle scuole di ogni ordine e grado “di tutta la Calabria.
[2] Così come affermato dal TAR Puglia con ordinanza 710/2020 del 19 settembre scorso.
[3] L. 833/78
[4] Date dall’articolo 117 del D.lgs. 112/98 il quale dispone che le emergenze sanitarie o di igiene pubblica a carattere esclusivamente locale, debbano essere adottate dallo stesso quale rappresentante della comunità, così come ribadito anche dall’art. 50 del D.lgs. 267/2000. A chiudere il cerchio v’è anche l’art. 3 del D.L. 193/2020, il quale dispone, in capo al presidente della regione il potere di emanare misure più restrittive sino ad un nuovo DPCM in conflitto con l’ordinanza.
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