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Lamezia. Sabato sera con “Il berretto a sonagli” di Pirandello

2 min di lettura

Terzo appuntamento della rassegna teatrale Vacantiandu al Grandinetti di Lamezia Terme. Sul palco la Compagnia Ibaki di Mendicino, con la regia di Imma Guarasci

In un freddo e piovoso sabato autunnale, basta Pirandello a scaldare un teatro gremito.

Lo spettacolo è un omaggio all’opera dei Pupi, riconosciuta dall’ UNESCO come “capolavoro del patrimonio orale e immateriale dell’umanità”. In scena un piccolo spaccato siciliano di ipocrisia e perbenismo, quella realtà borghese del secolo scorso dall’equilibrio tipicamente precario, che poco basterebbe per mandare in pezzi. L’opera, divisa in due atti, altro non è che una riflessione drammatica, a tratti comica, sul paradosso dell’esistenza umana. Beatrice vuole denunciare la relazione extraconiugale del marito, il Cavalier Fiorica (che non compare mai in scena), con la moglie del sottoposto Ciampa.

Quest’ultimo, da sempre al corrente, è diviso tra l’amore per la moglie e il senso dell’onore, interpretando così i caratteri fondamentali dell’eroe pirandelliano. Attorno alla vicenda ruotano altri personaggi principali: il delegato Spanò, costretto ad accogliere la denuncia di Beatrice ma schiacciato dalla paura di far torto al Cavaliere; il fratello e la mamma di Beatrice, che pur di difendere “l’onore familiare” e mettere a tacere lo scandalo, sarebbero pronti a mandarla in manicomio; la serva Fana che non sa se mettere al corrente la famiglia delle intenzioni della Signora oppure appoggiare la donna che ha sempre servito; infine la Saracena, rigattiera spregiudicata che istiga Beatrice alla denuncia.

 

Quando i due coniugi infedeli vengono colti in fragrante e arrestati, la soluzione salvifica per tutti è che Beatrice si finga pazza: «Niente ci vuole, creda a me! Gliel’ insegno io come si fa. Basta che lei si metta a gridare in faccia a tutti la verità. Nessuno ci crede, e tutti la prendono per pazza!».

Perchè certe cose possono anche uscire allo scoperto, ma con la massima discrezione! A meno che non sia un folle a farlo, uno che si mette “il berretto a sonagli”…

L’interpretazione magistrale della Compagnia Ibaki ha reso l’opera di Pirandello un capolavoro senza tempo, in grado di far riflettere oltre le apparenze.

Eccelse le interpretazioni di  Luigi Gaudio, Monica Rossi, Alessandro Bartoletti, Mike Gaudio, Mariarosa Gaudio, Rita De Cicco, Emanuela Grillo, Eva Gaudio, Alice Curia, Antonio Minnicelli, Patrizia Fancellu, Paola Cannataro.

Di pregio il riadattamento messo in scena da Imma Guarasci e dalla costumista Nataliya Kotsinska.

Gli applausi spontanei del pubblico, sono stati seguiti poi dai ringraziamenti che la Compagnia ha rivolto alla rassegna teatrale Vacantiandu, in particolare alla direzione artistica di Diego Ruiz e Nico Morelli, e amministrativa di Walter Vasta.

( Credits Patrizio Molinaro)

Maria Francesca Gentile

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