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Rinascita Scott. Gruppo consiglieri comunali: sorpresi da dichiarazioni di associazioni catanzaresi

2 min di lettura

Sorprendono e non poco i toni e le considerazioni espresse in una nota da diverse associazioni di Catanzaro che, rispetto ad una decisione motivata esclusivamente da ragioni di praticità ed economicità, sollevano obiezioni sulla scelta di tenere presso i locali della Fondazione Terina il processo scaturito dall’operazione Rinascita-Scott

Comunicato Stampa

Sorprendono perché è possibile rintracciarvi un atteggiamento di pregiudiziale ed immotivata ostilità verso una soluzione che è condivisa dal Ministero e dall’autorità giudiziaria, determina risparmi, garantisce sicurezza e permette piena operatività per affrontare uno dei dibattimenti più significativi nella lunga storia di contrasto alla criminalità organizzata.

Ci spiace constatare come nella nostra regione si sia ancora fermi a questo punto, quello della rivendicazione territoriale, della chiusura, dell’incapacità di fare squadra in vista di un interesse superiore e del bene comune.

Se la città di Lamezia dovesse elencare le scelte illogiche che ne hanno condizionato lo sviluppo la lista sarebbe lunghissima, dalla sanità ai trasporti ad esempio; non è stata e non è una situazione che ci piace ma da tempo siamo convinti della forza che può avere l’area centrale della Calabria se libera da atteggiamenti campanilistici e disgregatori.

Il tifo ed i colori lasciamoli alla passione sportiva, quando parliamo di temi decisivi per le comunità, come la giustizia, la lotta alla criminalità organizzata, lo sviluppo, l’occupazione, dovremmo tutti avere – francamente – un surplus di responsabilità civile e soprattutto politica.

Ci auguriamo, ma ne siamo già certi, che i locali della Fondazione Terina possano garantire tutte le funzioni per le quali sono stati individuati, quanto alle polemiche ed alle rivendicazioni lasciamole ad un passato che certo non ha prodotto grandi risultati.

In quel sito – ed è l’ultima osservazione – la possibilità di celebrare il processo si è configurata grazie ad una significativa disponibilità di spazi che sono di proprietà e competenza regionale e sono in via di sgombero dopo la scelta,di andare via compiuta dalla società di Call center, una scelta non condivisibile ma dettata evidentemente da esigenze nuove.

Lo stessa Società può trovare sempre allocazione all’interno della Fondazione Terina ove esistono altre quattro strutture diverse da quella scelta per l’Aula bunker utili e disponibili per poter continuare la propria attività, come sarebbe equo ed opportuno, a Lamezia Terme.

Non si umilia, dunque, nessuna Città, non si priva nessuno di ruoli storici, si sceglie di guardare semplicemente verso un futuro più sereno, con l’azione dello Stato che libera il territorio dalla presenza delle organizzazioni criminali.

Qualcosa, insomma, che dovrebbe vederci uniti, protagonisti di scelte motivate da ragioni pratiche e concrete, al fianco di forze dell’ordine e magistratura.

Giancarlo Nicotera, Rosy Rubino, Alessandro Saullo e Anna Caruso

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