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Ruggero Pegna e la triste storia della sanità calabrese

4 min di lettura
Ruggero Pegna

Il consigliere comunale di Lamezia Terme Ruggero Pegna, sulla sua pagina facebook, interviene sulla situazione della sanità calabrese

Ecco le sue parole:

Se non ci fosse di mezzo proprio la salute, cioè la stessa vita di un cittadino, sarebbe la più divertente e originale delle commedie all’italiana degli ultimi anni, con sfumature da giallo appassionante stile Agatha Christie, però intriso di risvolti esilaranti. Insomma, un dramma comico in tempi di Covid, con sfondo politico e risvolti polizieschi, nella regione italiana che, guarda caso, ha deciso di puntare proprio sulla televisione e il cinema per il rilancio della sua immagine, senza badare a spese, commissariando pure la Film Commission!

Qualcosa, però, non ha funzionato. Mentre Gabriele Muccino si perdeva tra campi di fieno e frutteti della Calabria alla ricerca delle immagini sensazionali di clementine e fichi per i cinque minuti dello spot costato duemilioni di euro, un giornalista della Rai, “scuola Santoro”, è andato dritto da Saverio, Maria e l’usciere, e ha portato la Calabria su tutte le reti, a costo zero.

Nel racconto del commissariamento della Sanità calabrese ci sono le facce di alcuni dei personaggi più divertenti del cinema italiano, tra intrecci e situazioni comiche, ma c’è incredibilmente di più, un sottofondo amaro e l’imbarazzo di una storia tragicamente vera!

Ci sono tutti: Totò, Peppino, il dottore Tersilli di Alberto Sordi, il complotto alla Alfred Hitchcock e perfino uno 007 nostrano, con sguardo alla Sean Connery, ma in versione James Tont, più simile a “Fracchia la belva umana” che al leggendario agente di Ian Fleming.

Come se non bastasse, anche i nomi sembrano uscire addirittura dalla commedia dell’arte, da Cotticelli, a Zuccatelli e, a quanto pare, prendendo atto che si è arrivati proprio alla frutta, ora c’è pure quello del dottore Mostarda! Un cognome insolito, con richiamo alla gastronomia lombardo – piemontese, non tanto adatta ai gusti più robusti e piccanti dei calabresi, e nome di battesimo persino mitologico, Narciso, giusto per restare in tema di Magna Graecia!

Mentre si lanciavano i nomi più disparati e si tirava in ballo addirittura Gino Strada, vista l’autentica situazione da Emergency, questa nuova designazione ha colto tutti di sorpresa. Evidentemente, visti gli ultimi episodi della saga sanitaria calabrese, al Governo qualcuno ha giustamente pensato che uno specialista in problemi psichiatrici possa essere più utile. Si dà il caso, infatti, che il dottore Narciso Mostarda sia specializzato proprio in neuropsichiatria.

Senza dimenticare Scura, il primo commissario della saga, i cui esiti sono stati ancora più bui del suo stesso nome, i successori sembrano tutti usciti da una casa di cura. Dopo il generale dei carabinieri Cotticelli, ex agente segreto attualmente alle prese con la complicata indagine sulla propria identità, e il settantaseienne Zuccatelli che, oltre a pensarla come Angela da Mondello, con i suoi improvvisi scatti inconsulti sembra affetto da schizofrenia isterica, prontamente al Ministero per la Salute hanno pensato ad un medico per disturbati mentali!

Eppure, appena a giugno, al buon Cotticelli gli è stata conferita la Croce d’Oro al merito dell’Arma dei Carabinieri per essere un “Ufficiale generale di preclare qualità professionali, limpido esempio per i dipendenti, capace di soluzioni brillanti e di rara efficacia!”. Quasi da non credere che possa essere lo stesso visto in tv. “Oh perbacco!”, avrebbe esclamato Totò.

Qualcuno, comunque, sostiene che abbia contributo alla scelta di uno psichiatra anche qualche esternazione di Nino Spirlì, presidente ff della Regione Calabria, catapultato allo scranno più alto della sua regione da Salvini, dopo un passato di attore teatrale e autore di Forum su Rete4. Mettendo da parte il suo look alla “Albin a Saint Tropez” dello storico film “Il vizietto”, il buon Ninetto, peraltro scrittore del best seller “Diario di una vecchia checca”, si è trovato suo malgrado nel mezzo della bufera. “Non voglio un missionario africano che fa i pozzi”, ha urlato a Gino Strada, in preda a raptus salviniano, scambiando il medico per un prete trivellatore.

La telenovela della sanità calabrese si avvia, così, ad un nuovo episodio, in una regione che è diventata sul serio tutto un set, tra commedie della politica, film veri e le tante anime nere che, proprio sulla salute dei calabresi, fanno soldi e affari.

Ci rimane un dubbio: visto l’esito dei vari Cotticelli che si sono succeduti fino ad ora, non si potrebbe affidare l’incarico ad interim proprio a Giovanni Minoli, il nuovo commissario della Film Commission?

Sebbene sia stato un commissariamento incomprensibile, poiché l’ex presidente calabrese aveva raccolto successi e premi ovunque, chissà che non possa essere proprio lui il “mixer” giusto!

In fondo, ha tutti i requisiti per il caso: non è calabrese come vuole la politica, lo fa pure gratis e ha realizzato soap opere e fiction di successo come “Agrodolce” e “Un posto al sole”!

E in Calabria, seppure manchino strade e autostrade, servizi di qualità, ospedali e attrezzature, pezzi di legalità, tutto è incredibilmente agrodolce e almeno il sole non manca mai.

Ruggero Pegna

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