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Sambiase: il Commento del Fiore in tempi di frutto

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Scrive il Barrio: Est in agro hoc (neocastrensi) Blasium pagus, Turres olim Antonino Pio Caesari in Itinerario dictus, cum melle spectato et balneis nobilibus; aqua sulphurea est, qua multis medetur morbis.

Mia libera traduzione

C’è il villaggio di S. Biase (nella porzione limitante quella di Nicastro), una volta detto “Le Torri” nell’Itinerario di Antonino Pio, rinomato per il miele e i superbi bagni termali; l’acqua è sulfurea, per mezzo della quale ci si cura da molti malanni.

E’ stato Padre Giovanni Fiore, comunque, a prendere spunto dal brano evidenziato, per trapiantarlo in una notiziola geografica di tutto rispetto:

“In una spatiosa et amena pianura sta situata questa antichissima terra detta S. Biase, quale anticamente si nomava le Torri per detto di Antonino Pio nei suoi Itinerari. Barrio ne celebra il miele et io soggiungo l’abbondanza dell’oglio, delle lini, della seta et del vino, tutte di gran bontà e perfezione, essendone anche il territorio fertilissimo di grani, di orzi e legumi d’ogni sorta.

Vi nascono li Giunipari et ogni sorta d’erbe medicinali. Vi sono in questo territorio li bagni d’acque calde e sulfuree perfettissimi dei quali si servono gli uomini e le donne in rimedio di diverse malattie”.

Mi chiedo, oggi,  cosa sia rimasto di quel “ C’era una volta”? Mi sembra che i Fasti di allora col tempo se ne siano andati a strabenedire: agricoltura collassata, Fiera di cui la cittadella non è più fiera, una laguna (termale) che non fa assolutamente Porto.

Oltre a ciò, come se non bastasse, cadono pure gli “Alberi della Vita” in piazza Garibaldi: i pini monumentali sembrano sottolineare il declino del Risorgimento che fu.

Mi auguro che la futura classe politica possa assumersi un impegno di riqualificazione territoriale, perché la materia di canto c’è: serve solo un po’ di  poesia per riscriverne le “Trame”. Non solo Festival: ma anche una Buona Novella da riconsegnare alla gente.

Prof. Francesco Polopoli

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