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San Biagio, la vedova e il lupo

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san biagio

Vescovo di Sebaste, armeno, quindi, e martire nel IV secolo presumibilmente sotto l’imperatore Licinio (307-323), collega di Costantino: una figura misteriosa in bilico tra storia e leggenda, alla luce del fatto che lo stato documentario sia ancora da ricostruire su di lui, senza con questo mettere in discussione il suo grande carisma, a scanso di equivoci.

Di lui voglio riportare una storia, riconducibile al genere dei mirabilia, ovvero delle gesta straordinarie, messe poi per iscritto:

Una povera vedova si era allevata un porcello con il quale sperava di vincere la fame, ma un lupo glielo prese portandoselo nel bosco. La donna allora accorse sulla via dove passava Biagio prigioniero e, gettandoglisi ai piedi, disse:
Come farò, meschina, a sfamare i miei figli, ora che ho perso tutto quello che avevo?
Il Santo allora le disse: Donna, non temere, tu riavrai il tuo porcello.
Di lì a poco il lupo tornò mansueto e riportò alla donna il suo animale.
Incarcerato e maltrattato Biagio fu portato alla presenza dell’imperatore, ma non si piegò all’intimazione di abiurare al suo Dio e onorare le divinità pagane, per cui fu sottoposto a pene e torture. Fu ordinato che fosse straziato con pettini di ferro e così esangue fu riportato in carcere. La donna che per sua grazia aveva riavuto il suo porcello, quando seppe che Biagio era imprigionato, uccise l’animale e corse alla prigione portandogli il capo e le zampe, nonché una candela fatta di sego. Il Santo accettando il dono le disse: Ogni anno offri in una chiesa edificata in mio nome un pane e una candela e te ne verrà bene e salute (Carlo Lapucci).

Io so solo una cosa, che il nostro san Biagio è pure meteorologico. Perché? Date un’occhiata a questi proverbi, proposti in lettura, e giudicate da voi stessi. 

Il Barbato, il Frecciato, il Mitrato: il freddo è andato.
Le ricorrenze di questi tre santi che sono rispettivamente: Sant’Antonio, il 17 gennaio, San Sebastiano il 20 gennaio e San Biagio il 3 febbraio sono considerate le ultime tappe del freddo invernale. Antonio abate viene rappresentato con una lunga barba, Sebastiano coperto di frecce, strumento del suo martirio, e il vescovo Biagio con la mitria. Suppliziato con pettini di ferro è detto anche il Pettinato.

Per San Biagio il freddo goccia il naso.
Il freddo intenso provoca il raffreddore che fa gocciare il naso.

San Biagio, se trova il giaccio lo disfà, e se non lo trova fa.
Se è freddo porta il clima temperato, se è mite porta il freddo.

Alla luce di questo, non è che il nostro detto alla Candilora, ‘a virnat’è ffhora è da riguardare in una versione più riveduta e corretta?

Prof. Francesco Polopoli

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