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Sanità. Convenzione Invitalia, Guccione chiede chiarezza

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Un concreto rischio di sperpero di risorse pubbliche a danno dei cittadini calabresi e quindi di un servizio sanitario già di per sé in profonda fase emergenziale

Comunicato Stampa

Alla luce di quanto emerso in questi giorni sul ruolo di Invitalia e del commissario Arcuri a cui è stato affidato di tutto: dai vaccini alle mascherine fino all’acquisto di ogni bene indispensabile al contenimento della diffusione del virus attraverso una strategia che ha mostrato evidenti falle e una lunga serie di disfunzioni, risultano ancora più inquietante le ragioni che hanno spinto il commissario ad acta per il disavanzo del settore sanitario della Regione Calabria a stipulare una convenzione (decreto 77 del 15 aprile 2020) per delegare ad Invitalia la realizzazione e gli investimenti in edilizia e tecnologie sanitarie.

Con il collega Giuseppe Graziano presentammo una mozione al consiglio regionale per conoscere le ragioni per cui il commissario alla Sanità dell’epoca, gen. Cotticelli, aveva proceduto a delegare ad Invitalia la realizzazione degli acquisti delle tecnologie sanitarie, della realizzazione delle sei Case della salute dell’acquisto di Tac, Risonanze, Moc, Angiografi e altre attrezzature e tecnologie sanitarie per un totale di oltre 58 milioni di euro, per chiedere al presidente della giunta regionale di attivarsi per fare revocare una convenzione particolarmente onerosa per le casse regionali.

Alla luce di quanto sta emergendo anche nel contesto nazionale, si chiede di conoscere quali sono stati gli sviluppi di tale convenzione in riferimento alla realizzazione delle sei Case della salute per un totale di oltre 58 milioni di euro e del programma di ammodernamento tecnologico delle Aziende del Servizio sanitario regionale per un importo di 86.488.637,84€.

Si chiede inoltre di conoscere le ragioni che hanno portato alla stipula di tali convenzioni e se da queste, sono scaturiti oneri per le casse regionali a favore di Invitalia che la convenzione autorizza ad avvalersi di gruppi di lavoro con consulenti esterni per svolgere le funzioni di committenza e progettazione e viene delegata dal commissario per l’emergenza sanitaria calabrese ad acquisire le professionalità necessarie.

Si prefigura, così, un concreto rischio di sperpero di risorse pubbliche a danno dei cittadini calabresi e quindi di un servizio sanitario già di per sé in profonda fase emergenziale.

A tale proposito si chiede inoltre se Invitalia è nelle condizioni di potere svolgere questa funzione vista la mole di lavoro e di incarichi di cui è stata affidataria nel contesto del Piano nazionale di contenimento della diffusione del virus Sars-Covid 2.

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