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Savutano, sgomberati alloggi popolari occupati abusivamente – Le parole del sindaco

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Tensione e nervosismo si sono registrati quest’oggi quando sono stati sgomberati gli alloggi popolari occupati abusivamente.

La trattativa è durata per oltre 8 ore ma alla fine è stata raggiunta un’intesa: sono stati sgomberati i 10 appartamenti di edilizia popolare di via Cianflone nel quartiere Savutano, occupati dallo scorso 9 agosto da 9 famiglie e dalla sezione locale di CasaPound.

L’operazione è iniziata presto, già alle 7.30 un centinaio di agenti, molti dei quali in tenuta antisommossa, ha tentato di dissuadere gli inquilini che occupavano abusivamente le case di proprietà dell’Aterp. Alla base dello sgombero c’è il provvedimento di sequestro preventivo dello stabile richiesto dal sostituto procuratore Luigi Maffia e firmato dal gip lametino.

Solo intorno alle 17.30 le forze dell’ordine, assieme ai dipendenti dell’ufficio comunale competente e ai rappresentanti dell’Aterp, sono riusciti a convincere le 9 famiglie ad abbandonare gli appartamenti.

Ieri notte gli sfollati (21 persone in tutto tra cui 9 bambini e una donna incinta) sono stati ospitati in due alberghi cittadini, sistemazione provvisoria che è stata garantita dall’Amministrazione comunale. Mentre agli appartamenti di contrada Savutano sono stati apposti i sigilli. 

Ecco le considerazioni che il Sindaco Paolo Mascaro ha scritto sul suo profilo facebook.

“Comprendiamo la disperazione delle famiglie ed il loro legittimo desiderio di avere una casa.

Ammettiamo le responsabilità della politica per non aver saputo cogliere per decenni il grido di dolore di tanti.

Ma non si può accettare che in Lamezia prevalga la legge della giungla ed al posto delle regole possano prevalere comportamenti antigiuridici: ciò oggi non è stato consentito e mai più sarà consentito.

Lo sgombero immediato era doveroso e deve essere preludio per la regolarizzazione di ogni alloggio di proprietà pubblica e la progressiva eliminazione di ogni occupazione abusiva.

Un plauso alle forze dell’ordine per aver saputo convincere gli occupanti, con la positiva forza del dialogo, a recedere dalla loro illegittima posizione.

Restano i danni all’edificio: ulteriore spreco di denaro pubblico che poteva essere utilizzato per lenire le sofferenze delle classi sociali più bisognose.

Accanto ai più deboli sempre, ma nel rispetto delle regole.”

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