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Sei Forte Papà

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Tutti da bambini hanno pensato almeno una volta di voler essere o diventare come il padre: che sia medico o muratore, è sempre un super eroe -o almeno si spera sempre, perché in alcuni casi la figura del padre è vista e si rivela come autoritaria e spesso violenta- e a noi piace pensarlo così in questa giornata nella quale si festeggia il “primo padre”, San Giuseppe, mangiando il dolce tipico della festa che è la zeppola, e che raccoglie anch’essa una tradizione biblica.

Ma cos’è un papà? È figura di sostegno, di conforto, di rifugio; maestro importante all’interno della famiglia soprattutto per i figli. Infatti una cosa che ci accomuna alla figura paterna è l’essere figli che un giorno diventeranno genitori con responsabilità, ansie e insidie che il mondo ci mette davanti perché un padre è un uomo. L’arte ha ritratto questa immagine fondamentale in modi diversi e con varie declinazioni: e l’arte popolare (cinema e musica) hanno descritto i papà e la loro importanza con i toni più differenti, con lacrime e sorrisi, da Sei Forte Papà di Gianni Morandi a Mi Scappa La Pipì di Pippo Franco, da Ciao Pà di Ramazzotti a Padramadre di Cremonini, dalla splendida Fathers & Sons di Cat Stevens a My Father’s eyes di Eric Clapton; e ancora, Robin Williams in Mrs. Doubtifire, Dustin Hoffmann in Kramer contro Kramer, Viggo Mortensen in The Road, Ewan McGregor in Big Fish, Alberto Sordi in In Viaggio Con Papà.

                                                                   

 

Si dice spesso che si smette di essere “figli” solo quando si diventa “padri”: colui che appare al mattino e rientra la sera, che stanco dorme sul divano, una presenza necessaria che ti dà sicurezza e protezione, che ha abitudini semplici e quando ti abbraccia e ti sorride ti apre il mondo davanti agli occhi, è complicità (per le figlie femmine), è ammirazione.

È amore.

 

Valentina Arichetta

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