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Tansi: incendi in estate e frane in inverno, ecco come si risolve questa piaga

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carlo tansi

Gli incendi boschivi sono un grave problema che negli ultimi anni sta martoriando la Calabria, distruggendo ampie porzioni del nostro patrimonio boschivo e incrementando esponenzialmente il dissesto idrogeologico dei nostri territori

Comunicato Stampa

Quando ero alla guida della protezione civile regionale ho affrontato in prima persona e ho conosciuto profondamente le cause e gli effetti degli incendi boschivi, che non sono causati, almeno alle nostre latitudini, da fenomeni di autocombustione ma sono legati all’azione dell’Uomo: non solo ad opera di incendiari e piromani ma anche – come ho denunciato più volte non solo pubblicamente ma anche alle procure calabresi – della “mafia dei boschi”, la quale agisce in modo organizzato e strategico a colpi di incendi dolosi.

In Calabria lo spegnimento degli incendi boschivi è assegnato, da una legge regionale, al personale di Calabria Verde (ex operai forestali), che ha dimostrato in molte occasioni di essere non adeguato – per consistenza e grado di specializzazione dell’organico – a fronteggiare gli incendi di vaste proporzioni che affliggono un territorio orograficamente complesso come quello calabrese, in cui la raggiungibilità di molte aree appare molto difficoltosa con i mezzi di terra.

Considerate le difficoltà di Calabria Verde, così come avviene in molte regioni di Italia, è necessario potenziare con fondi adeguati i sistemi locali per la lotta agli incendi boschivi, come le associazioni di volontariato comunali e territoriali di protezione civile che, essendo ramificati e vicini ai territori, avranno il vantaggio di intervenire tempestivamente sugli incendi al loro insorgere, e di provvedere efficacemente al loro spegnimento.

Per ottenere questo risultato si deve ripartire da un progetto che avevo avviato ai tempi in cui dirigevo la protezione civile ma che poi non è stato mai completato: mediante l’utilizzo dei fondi europei, fornire a tutti i 404 comuni della Calabria mezzi fuoristrada (tipo pick-up) dotati di modulo per lo spegnimento degli incendi. I mezzi dovranno anche essere dotati di altri moduli intercambiabili utilissimi per la gestione di altri tipi di emergenze, come le pompe idrovore per eliminare l’acqua in caso di alluvioni, o come lo spargisale in caso di nevicate, o le torri-faro in caso di vari tipi di emergenze.

La lotta agli incendi boschivi dovrà essere contrastata anche controllando le attività dei comuni che dovranno aggiornare obbligatoriamente il catasto degli incendi nel loro territori di competenza, atteso che la stragrande maggioranza dei comuni calabresi non provvedono a questo importante adempimento.

La legge n.353/2000 obbliga i sindaci di compilare e trasmettere, entro il mese di ottobre di ogni anno, alla Regione ed al Ministero dell’ambiente una planimetria del territorio comunale percorso dal fuoco sulle quali devono essere applicati dei vincoli come il divieto di realizzare edifici, infrastrutture per dieci anni, il divieto di concessioni di finanziamenti pubblici per attività di rimboschimento e ingegneria ambientale, per cinque anni e il divieto di esercitare il pascolo e la caccia per dieci anni. Questi divieti rappresentano un ottimo deterrente nella prevenzione degli incendi boschivi ma, il quasi totale disprezzo dei sindaci di questa legge, non ha consentito di applicare questo importante strumento di contrasto.

Inoltre è necessario operare una profonda riorganizzazione strutturale dell’azienda Calabria Verde, che coinvolga sia l’organizzazione dirigenziale che la distribuzione sul territorio e la specializzazione delle maestranze. Il personale di Calabria Verde dovrà essere professionalizzato, addestrato e, così, adeguatamente incentivato – per essere reso funzionale al presidio, alla manutenzione ed alla salvaguardia del territorio, dando anche finalmente dignità e responsabilità professionali, più consone al loro grado di specializzazione, ai Sorveglianti Idraulici. Tali attività dovranno essere garantite, non come è avvenuto fino ad ora con azioni improvvisate, non coordinate e caotiche, ma in sinergia e sotto la stretta direzione e controllo dei dipartimenti e unità competenti della Regione Calabria, come la Protezione Civile regionale e come il Dipartimento Lavori Pubblici e Forestazione.

Infine un ulteriore effetto devastante degli incendi, è che questi denudano le nostre montagne e colline dalla copertura vegetale fondamentale nella prevenzione del dissesto idrogeologico. Pertanto dopo quest’estate di fuoco, nelle aree percorse dagli incendi, con le prime piogge autunnali, ci dobbiamo aspettare frane e alluvioni, perché l’acqua piovana non troverà più la protezione della vegetazione ma soltanto un suolo nudo e indifeso che quindi diventerà preda dell’erosione e dei dissesti.

E’ fin troppo evidente che il problema degli incendi boschivi è di totale competenza della Regione Calabria che con l’arrembante e improvvisata gestione del presidente Spirlì sta dimostrando tutta la sua incompetenza e inadeguatezza, così come già accaduto in altri settori strategici come la Sanità, la gestione dei rifiuti, il rischio idrogeologico e le politiche del lavoro. E mentre Spirlì & Company sono chiusi nelle stanze a gestire le nomine degli amici degli amici, Amalia Bruni è tra la gente dell’Aspromonte e di Acri a dare solidarietà e chiedere stato di emergenza.

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