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Trame Off, Bray (Treccani) fa il punto su futuro e tratti identitari della nostra cultura

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Massimo Bray a Trame Off: il futuro si costruisce con la cultura

LAMEZIA. Trame Off continua i suoi incontri in attesa del festival di giugno, questa volta l’ospite è stato Massimo Bray, direttore di Treccani ed ex ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo.

Davanti agli studenti dell’istituto professionale “Einaudi”, Bray ha fatto il punto sul valore fondante della cultura nella ricostruzione di un futuro nel quale abbiano spazio l’eguaglianza e le pari opportunità.

In linea con la mission di Trame Off, Bray non ha tralasciato l’occasione di analizzare l’attuale situazione della città della Piana, il cui consiglio comunale è stato sciolto a novembre per infiltrazioni mafiose ed è attualmente sotto commissariamento. Tuttavia, il parere dell’ex capo del dicastero della cultura è che non si debba perdere la fiducia nelle istituzioni, in quanto ora il loro compito è quello di ricostruire la città alla luce di nuove prospettive di rinascita.

“Ognuno di voi”, continua l’ospite di Trame Off, “sta immaginando il proprio futuro dopo la scuola. Sarà tutto possibile o no? Ed è qui che ci viene in soccorso quella straordinaria lettura che è la Costituzione che in un illuminato articolo ci dice che tutti dobbiamo avere le stesse opportunità. Tutti dobbiamo realmente scoprire questo concetto di eguaglianza, tutti dovremmo riuscire a mostrare i nostri sogni e in una certa misura realizzarli, al di là se siamo nati a Lamezia o a Milano o se proveniamo da un altro Paese: il concetto di pari opportunità e di eguaglianza è pertanto importante”.

Non a caso la Costituzione sarà un elemento centrale nella prossima edizione del festival Trame, e Trame Off ce ne dà un assaggio in anteprima attraverso le parole del direttore della Treccani.

Un futuro costruito su eguaglianza e pari opportunità è altresì un futuro che non perde di vista l’identità del Paese, nella sua accezione vera e alta, lontana dalle alterazioni e strumentalizzazioni che, invece di creare unità e crescita, creano divisioni e insicurezze. Proprio i tratti identitari del Paese, quelli che lo fanno davvero grande, sono parimenti illustrati nella Costituzione e riconosciuti dai padri costituenti nel concetto di beni culturali e di paesaggio.

La Treccani, che nasce nel 1925 come un istituto privato dedito alla tutela e alla cura della cultura italiana, si è fatta da sempre promotrice di questi tratti identitari tant’è che si ritrovano anche negli obiettivi stilati all’epoca della sua nascita dal filosofo Giovanni Gentile.

“La Treccani”, spiega Bray ai giovani amici di Trame Off, al fine di preservare e alimentare quei tratti identitari che ci consentono di riconoscerci come italiani, “lavora sulla memoria del Paese, poiché un Paese riesce a diventare sempre più importante se ha memoria del suo passato. Se noi non avessimo memoria di che cosa è stato l’impero romano o il Rinascimento italiano, se non avessimo memoria che uno dei primi trattati sul fatto che il buon governo si identifica nel concedere a tutti i cittadini la possibilità di essere felici è stato scritto in Italia, probabilmente saremmo più deboli”.

Se la cura della memoria e la consapevolezza della stessa sono al primo posto fra gli elementi di crescita di un Paese, al secondo vi è sicuramente la conservazione della lingua, “perché la lingua italiana è qualcosa che ci distingue naturalmente da un altro Paese”.

Questi sono pertanto i tratti identitari dell’essere italiano, elementi che si fondono generando cultura. Bray ricorda che i padri costituenti hanno molto insistito su questo tema, sottolineando l’eredità che ci ha lasciato il passato connessa al compito di proteggerla e di applicarla alla costruzione di un futuro consapevole, mai chiuso alle opportunità di crescita della cultura stessa.

L’incontro Massimo Bray, insieme a tutti gli altri appuntamenti programmati da Trame Off, si inserisce in un percorso di preparazione al festival che, come ogni anno, accoglierà la letteratura sulle mafie in una città in cui della mafia non si sente solo l’odore, ma se ne riescono persino a toccare i lembi del cappotto.

Redazione

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