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‘U voi chjàma curnùt’all’àsinu!

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‘U voi chjàma curnùt’all’àsinu!

«Il bue dà del cornuto all’asino!»: si dice, quand’uno attribuisce ad altre persone vizi o difetti a cui egli stesso è soggetto

Una sorta di volgarizzazione dialettale della favola esopica delle due bisacce: «quando il creatore ebbe fatto l’uomo, gli mise sulle spalle due bisacce, una piena dei difetti degli altri e l’altra piena dei propri difetti;
quella con i propri difetti penzolava sulla schiena mentre l’altra sul davanti.

Ecco perché l’uomo vede subito i difetti altrui e non i propri». Insomma, un retaggio classico a cui il nostro adagio fa di sicuro riferimento per esprimere un malcostume che è alquanto generalizzato.

Non solo: come la mettiamo, poi, con una parabola della buona novella, quella che dice «perché guardi la pagliuzza che è nell’occhio di tuo fratello e non ti accorgi della trave che è nel tuo?» (Luca 6,41). Ergo, alla luce di tutto ciò, siamo quanto rimproveriamo agli altri: con tutta l’indulgenza plenaria delle nostre omissioni, è bene dirlo, però!

Una curiosità: il detto compare già nel settordici a. Cr. sui papiri di Skuffiah. In una parte del testo si fa riferimento ad un procedimento giudiziario a carico di Ahmed El-Bueht, reo di aver dato del cornuto al suo vicino di casa Abdelaziz Hassani, chiamato dagli amici “la terza gamba di Allah”, nonché infaticabile sollazzatore della moglie del primo.

«ൠ෴ப ฎ ↣Ѿ»

(Questo, per inciso, è lo scritto figurativo di tutta questa figuraccia forense: potremmo usarlo come messaggio in codice, magari, quando si parla di corna in futuro, in mezzo ad un tavolo di discussione. I geroglifici sono meno vintage di quanto possano sembrare: sicuramente sono meglio degli emoticons, ah voglia!)

Per chiudere: quali sono, infine, gli equivalenti del nostro modo di dire sul piano delle lingue comunitarie?

Inglese: «The pot calling the kettle black!
(La pentola dice al bollitore che è nero!)».

Francese: «A une fesse qui dit merde à l’autre!
(Una chiappa che dice /bip/ all’altra)».

Tuttavia, sarà che sono presepiale, ma non vi nascondo che, in mezzo a tutte queste altre riproposte, le mie simpatie vanno agli animali della mangiatoia: e voi convenite con me!?

Ringraziando Maria Franzì, per avermi suggerito l’idea di questo letterario as-saggio dialettale.

Prof. Francesco Polopoli

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