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Un tuffo negli anni 70-80 per evocare i simboli del passato

3 min di lettura

La rievocazione dei simboli degli anni 70-80 al centro dello spettacolo comico “A letto dopo Carosello”, interpretato dalla talentuosa attrice Michela Andreozzi, diretto da Paola Tiziana Cruciani ed inserito nel quinto appuntamento della rassegna teatrale del progetto regionale “Vacantiandu”, sotto la direzione artistica di Nico Morelli e Diego Ruiz e di quella amministrativa di Walter Vasta.
 simboli degli anni 70-80L’unica protagonista dello spettacolo Michela Andreozzi, accompagnata al pianoforte dal maestro Greggia, ha conquistato subito il numerosissimo pubblico del Teatro Grandinetti di Lamezia Terme, richiamando alla sua memoria con convinzione e malinconia ciò che ha vissuto nell’infanzia e nell’adolescenza: i pomeriggi trascorsi nel cortile, le vacanze, le prime cotte, la famiglia, i vestiti imbarazzanti e irriconoscibili di carnevale cuciti in casa.
Poi, rispolverando gli anni 70-80, specchio di un’Italia che sta attraversando l’ennesimo cambiamento, l’attrice fa riecheggiare voci di personaggi del passato, consuetudini, usi, ormai scomparsi ma indispensabili per un confronto con il presente, radicalmente cambiato rispetto agli anni, considerati rivoluzionari.
Dal palco la mattatrice invita gli spettatori a ritornare al passato cercando di ricordare i giochi di allora, il rapporto tra figli e genitori, i severi metodi di educazione cui erano sottoposti i ragazzi che dovevano ubbidire senza fiatare per evitare le punizioni fisiche, specie, delle mamme pronte a punirli lanciando loro addosso la scarpa o la “cucchiarella”.
E ancora non poteva mancare il ricordo di Carosello dopo il quale si doveva andare a letto, tranne il sabato sera allorquando, seduti sul divano, si guardavano i personaggi famosi.
Le parole di Michela Andreozzi, intrise di tanta tenerezza, fanno affiorare i suoi ricordi così naturalmente dalle sue scenette da fare sognare tutti i presenti portandoli indietro nel tempo come una macchina attraverso il suo omaggio a personaggi di quegli anni, quelli del tubo catodico, passando dal bianco e nero al colore, o alle sigle rivisitate dei cartoni animati e agli intervalli meteo delle “signorine buonasera”.
Michela AndreozziMichela Andreozzi, attraverso una disarmante gestualità, diverse tonalità di voce e talvolta il canto, fa rivivere Raffaella Carrà, Bice Valori, Franca Valeri, Gabriella Ferri e molti altri personaggi tuttora amati dagli italiani.
Lo spettacolo diventa ancora più avvincente quando l’indiscussa protagonista distribuisce le caramelle “Rossana” a chi riesce ad indovinare il prodotto pubblicizzato dei jingle del Carosello o riproduce la voce di Topo Gigio o ripropone la maestra zitella Annamaria Turchina, soprannomita “La fata turchina” per il suo alito alla ‘nduja calabrese, che terrorizzava tutti scorrendo il dito sul registro nel fare  l’appello.
Altri ricordi scorrono nella mente di Michela Andreozzi come quello dell’austerity del tempo in cui a merenda si mangiava pane burro e zucchero o  si era costretti ad andare in bicicletta o a trascorrere i pomeriggi con gli amici giù nel cortile con il pensiero di tornare a casa all’ora stabilita dai genitori.
L’epoca, in cui si aspettava Sandokan e si seguiva assiduamente l’Almanacco del giorno dopo o Supergulp, indubbiamente non può essere compresa da chi non era ancora nato in quegli anni ma ammirata dalla generazione dei quarantenni allora bambini e dai loro genitori perché ricca di sentimenti ed umanità che la modernità e la tecnologia stanno portando via.

Lina Latelli Nucifero

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