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Santa Maria degli Angeli, la chiesa lametina dedicata a Sant’Antonio

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Oltre cinquecento anni di storia hanno contribuito a fare della chiesa di Sant’Antonio da Padova un fulcro della tradizione e della pietà popolare

Realizzata nel 1545, insiste sui resti di una preesistente chiesetta omonima dei Padri Cappuccini, ivi chiamati a stabilirsi dal conte Ferdinando Caracciolo dopo aver occupato i locali dell’edificio adiacente la Chiesa delle Veterana, nel quartiere di San Teodoro.

L’altare maggiore della chiesa di Santa Maria degli Angeli

La struttura originaria prevedeva un’unica navata, fortemente danneggiata dall’evento sismico del 1638 e ricostruita in seguito ad una serie di rifacimenti e ampliamenti nella seconda metà dell’800, che ora la vedono tripartita. In questa occasione fu realizzata la cappella che oggi ospita la statua lignea del Seicento di manifattura napoletana di Sant’Antonio da Padova, nominato santo patrono e protettore della città di Nicastro nel 1746 per forte attaccamento popolare di devozione.

La statua di Sant’Antonio da Padova esposta alla venerazione dei fedeli

Nonostante i continui rimaneggiamenti, l’edificio è lo specchio di una architettura povera e semplice tipica dell’ordine religioso: si può ancora apprezzare il comparto centrale della facciata principale, antecedente al seconda metà del Settecento, separato dai due laterali postumi da coppie di lesene, di ordine ionico e corinzio, che scandiscono la facciata a saliente a sua volta bipartita, per conferire maggiore senso verticistico all’edificio.

Il prospetto è ritmicamente scandito da un’alternanza curata di pieni e di vuoti che si traducono in speculari portali e finestre sormontati da un campanile lapideo baroccheggiante, posto a cornice del prospetto.

L’antico santuario dedicato all’amato santo protettore dei lametini

Anche il convento laterale è coevo alla chiesa adiacente e ha subito gli effetti degli eventi sismici che hanno colpito in più occasioni la zona; in seguito a due soppressioni, una nel 1809 da parte del governo francese e poi nel 1862 dallo Stato Unitario, è assegnato al Comune di Nicastro cinque anni più tardi.

Resta ben poco dell’antica impostazione: la planimetria e il chiostro sostanzialmente, questo a causa di un successivo rimaneggiamento per adattarlo ad ospedale civile. Infatti per molti anni, l’edificio accanto alla chiesa che è anche santuario antoniano, è stato adibito a struttura ospedaliera. In questi giorni la chiesa accoglie tanti fedeli che si recano al santuario per fare la Tredicina in onore dell’amato santo protettore. I tredici giorni di preghiera e riflessione si concluderanno il 14 giugno; la settimana successiva sarà poi celebrata l’Ottava di Sant’Antonio. I festeggiamenti  per il Taumaturgo, nato a Lisbona e morto a Padova, sono una tradizione ormai inveterata espressione di una devozione antica che resiste nel tempo.

Felicia Villella

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