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#consiglidilettura “La trappola di Maigret” di Georges Simenon

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la trappola di maigret di Simenon-LameziaTermeit

Le inchieste di Maigret

L’aria frizzantina, foglie del colore del sole e un nuovo caso per il commissario Jules Maigret. Niente di meglio che dare il benvenuto così all’autunno che avanza.

“In sei mesi, cinque donne che camminavano di sera nelle vie di Parigi erano state vittima di un unico assassino. L’aspetto curioso era che tutti i delitti erano stati commessi in uno solo dei venti arrondissement parigini, il XVIII, quello di Montmartre. […] I nomi delle vittime, le strade e gli orari in cui avevano avuto luogo le aggressioni erano diventati ormai familiari ai lettori dei giornali, e per Maigret si erano trasformati in una vera e propria ossessione”.

Siamo in un caldo agosto parigino quando il commissario, frutto dell’abile penna di Simenon, si trova alle prese con un caso particolare e a tratti sfinente. Sono già cinque le donne uccise con lo stesso modus operandi: il killer le accoltella prendendole alle spalle, lacera metodicamente i loro abiti e le ferisce superficialmente sul resto del corpo. Non le deruba, però, né le violenta. Nessun elemento in comune unisce le vittime, appartenenti a classi diverse, con occupazioni disparate e tratti fisici lontani l’una dall’altra.

la trappola di Maigret di Simenon-LameziaTermeit
Georges Simenon

Da tempo la polizia sembra brancolare nel buio, e non è difficile che il lettore colga tra le righe un Maigret a tratti scoraggiato, titubante e nervoso. Questo non inficia però le sue straordinarie qualità di detective: riflessivo, loquace quanto basta e capace di cogliere ogni minimo dettaglio su ciò che lo circonda, mette in scena, con l’auto di fidati colleghi della polizia, una trappola nella cui riuscita sono riposte tutte le speranze del nostro commissario.

Proprio il fatto che l’assassino cada in trappola, così come previsto, sembra segnare la svolta. Se non fosse che, mentre il sospettato è sotto torchio nella sala interrogatori, un altro brutale omicidio insanguina le vie parigine.

“Una figura femminile era distesa sul marciapiede, quasi contro il muro, e un rigagnolo di sangue scuro, ormai già coagulato, le serpeggiava accanto”.

La trappola di Maigret (Adelphi) di Georges Simenon, scritto nel 1955 e che si annovera tra i 75 romanzi e i 28 racconti dedicati alle inchieste di Maigret, non è un semplice poliziesco in cui ci si limita a un’indagine che condurrà all’arresto del serial killer in questione.

Il romanziere francese ci mostra in 163 pagine un impeccabile tratteggio psicologico dei personaggi, tanto dell’omicida quanto dello stesso commissario. Non è dunque un caso che nel romanzo Maigret discuta dell’indagine con uno psichiatra.

Non solo, il commissario si troverà suo malgrado a scavare nell’oscura psiche di un uomo apparentemente rispettabile, un insospettabile, a sviscerarne il legame perverso con la madre e la moglie. Due donne che fanno dell’uomo un giocattolo da possedere e contendersi, tiranniche e protettive nei confronti del ragazzo di cui bramano le attenzioni e l’affetto esclusivi.

Rimane da chiedersi: è abbastanza da indurre un uomo a uccidere? A Maigret l’arduo compito di provare a smontare il tortuoso, e mostruoso, automatismo.

Valentina Dattilo

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