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Riflessioni sull’umana esistenza in Sugo finto in scena al Grandinetti

2 min di lettura

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Una serie di profonde riflessioni sull’umana esistenza, simboleggiata da due sorelle zitelle dalle diverse visioni di vita, domina la divertente commedia Sugo finto andata in scena al teatro Grandinetti nell’ambito del progetto regionale “Vacantiandu”, diretta da Nicola Morelli e Diego Ruiz e dal direttore amministrativo Walter Vasta.

Scena Sugo finto
Scena Sugo finto

La commedia,in due atti, scritta da Gianni Clementi per le due attrici protagoniste Paola Tiziana Cruciani e Alessandra Costanzo, ha vinto la rassegna “Attori in cerca d’autore” di Ennio Coltorti, curatore della regia.
Le due brave attrici, per quasi due ore, hanno dominato in modo assoluto la scena riuscendo a conferire un adeguato dinamismo al racconto della propria storia spezzando la staticità scenografica della pièce attraverso battute tragicomiche, parossistiche, ironiche volte anche a stemperare i loro atteggiamenti esasperati, inaspriti, eccessivi.
Le due sorelle, Addolorata e Rosaria, conducono una vita piatta e riservata trascorrendo il tempo tra le quattro mure domestiche e il piccolo negozio di mercerie all’insegna della parsimonia e del senso del risparmio che trovano riscontro nel salotto, in cui si svolge l’azione, modesto, illuminato dalla fioca luce di un lampadario con poche lampadine.
Una vita scandita da divergenze di opinioni e da continui e serrati diverbi per il denaro o meglio gli “euri” cui seguono repentine riappacificazioni: Rosaria (Alessandra Costanzo) è un’avara cronica fino all’eccesso decisa a salvaguardare i risparmi depositati in banca e apparentemente arida nei sentimenti mentre Addolorata (Paola Tiziana Cruciani) è propensa a fare spese per soddisfare i propri desideri come l’acquisto di un televisore, un piatto di carne in più a settimana o un vestito nuovo. In realtà i contrasti celano antiche rivalità mai risolte risalenti al lontano passato.
«A te perché eri più piccola le davano tutte vinte» ricorda con gelosia Rosaria ad Addolorata.
«Sei talmente avara che nel sugo finto non metti neanche il sedano» rinfaccia la sorella minore alla maggiore. La situazione si capovolge allorquando Rosaria, al ritorno dalla cerimonia nuziale del cugino con una giovane moldava, viene colpita da un ictus: da quel momento sarà costretta a trascorrere l’esistenza davanti al televisore che ha sempre odiato e a subire, da parte di Addolorata, lo sperpero dei soldi messi da parte con tanti sacrifici.
Unica forma di protesta è per Rosaria il rifiuto del cibo. Addolorata, di fronte al peggioramento della salute della sorella maggiore, si lascia vincere dalla tenereza e dall’amore che portano al rafforzamento dei legami di sangue e alla salvezza del loro rapporto giunto fisiologicamente ad un punto di non ritorno.
Positivo il consenso del numeroso pubblico sempre pronto ad applaudire le due attrici nel raccontare una trama semplice ed essenziale non solo con le battute ma anche con la strepitosa mimica suscitando le piccole emozioni di un vivere quotidiano forse monotono ma intriso di grande umanità.
Il loro modo claudicante di camminare e l’uso del dialetto romanesco diventano motivi di comicità e di riso velati di amarezza e malinconia.

Lina Latelli Nucifero

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