LameziaTerme.it

Il giornale della tua città



Don Carlo Cittadino dedica inno al Vescovo Schillaci per il suo primo anno a Lamezia

3 min di lettura

Don Carlo Cittadino, Parroco della Cattedrale, dedica a S.E. Monsignor Giuseppe Schillaci un brano nella ricorrenza del suo primo anno dall’elezione a Vescovo di Lamezia Terme

L’esecuzione del brano è stata curata dal coro piccolo Polifonico “Concordia Vox” di cui fanno parte Giuseppe Cappella, Giuseppe Cimino, Stefano Cappella, Silvia Coltellaro e Francesca Aiello.

Ecco il testo:

“Chi canta prega due volte”.

S. Agostino colse nel canto un mezzo privilegiato per la Preghiera.
Come non mai la comunità lametina, “ad una sola voce”, vuole innalzare Inni ai Santi Patroni Pietro e Paolo. Il canto, eseguito in polifonia dal coro Concordia Vox, nasce dal profondo amore e spirito di appartenenza alla Chiesa Lametina del Rev.ssimo Padre Don Carlo Cittadino: un dono che Egli ha scelto di offrire alla Diocesi, alla comunità della Cattedrale che serve ogni giorno con profonda devozione e al nostro amato Pastore, S.E. Mons. Giuseppe SCHILLACI.

Il Canto.
L’Inno ai Santi Patroni Pietro e Paolo ha una struttura costituita da una strofa iniziale, rivolta ad entrambi i Patroni, una seconda strofa che riguarda Pietro e un’ultima strofa che riguarda Paolo; ogni strofa è intercalata dal medesimo ritornello.
Tutto il testo dell’Inno è stato costruito sulle Sacre Scritture, in particolar modo Vangeli, Atti degli Apostoli e Lettere.
Pietro e Paolo sono due uomini, due ferventi credenti che hanno riconosciuto Gesù Cristo, nella propria vita, come centro vitale. Le storie dei Santi Patroni sono diverse e differente è il modo con cui vengono a contatto con il significato del messaggio di Cristo; allo stesso modo il popolo dei cristiani, che eleva il canto dell’Inno, si riconosce cristocentrico e si rivolge a Cristo nel cantare alle “Colonne della Chiesa” che risultano essere “unite a Cristo”, riconosciuto essere il “nostro Redentore”. Il popolo, nel canto, esprime il proprio credo, la propria professione di fede: “sono cristiano, ho Cristo come centro della mia esistenza”.

”Cantiam al Ciel, ad una sola voce”: la gioia della Verità di Cristo è dirompente, cambia e modifica radicalmente l’esistenza dell’uomo; il canto che nasce quasi spontaneo, come bisogno dell’animo di esprimere quanto di straordinario stia avvenendo nell’intimo della propria esistenza, è una lode corale, una sola voce che si eleva. Cosi come il Popolo di Dio è uno nella molteplicità, anche il popolo di Lamezia è unito, nel canto, ai propri Patroni.

“Ciò che legherai a Cristo sulla Terra vivrà per sempre nel Regno del Signor”: evidente quale enorme compito Cristo assegni a Pietro, un compito di grande onore ma che, allo stesso tempo, rivela una responsabilità che condurrà Pietro, con convinzione sempre crescente, a seguire quel Cristo che ha conosciuto un giorno mentre lavorava. Diventando pescatore di uomini ed educatore di coscienze, Pietro sarà una delle “colonne” portanti del progetto di Gesù che è il progetto di Dio.

“Con la Parola rivolta a tutti i popoli hai, di Gesù Cristo, colmato tanti cuori”: il messaggio cristiano è privo di ambiguità e non presuppone mezze misure; accogliere il Cristo significa mutare la propria vita orientandola definitivamente verso di Lui. Questa la grande caratteristica che accomuna i due Santi Patroni: dei due, Paolo, è riconosciuto come la voce itinerante di Gesù, una voce concreta e non un semplice insieme di regole o di mera ideologia.
Paolo è spinto dallo Spirito Santo ad andare verso tutti i popoli, un ecumenismo straordinario, senza
barriere o limitazioni etniche: il messaggio di Cristo è per tutti.
“La Carità”: la grandezza del messaggio cristiano è ciò che Paolo proclama fino al giorno della propria morte; rivestito di una missione apostolica, Paolo varca i confini del mondo conosciuto con un unico scopo: quello di mostrare un Dio che è Carità. La teologia paolina, immensa nelle molteplici letture, ha un unico comune denominatore: la Carità.

Click to Hide Advanced Floating Content