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Nuovo Dpcm Natale, Conte ‘aperto’ su congiunti

2 min di lettura
giuseppe conte

Fari puntati sul nuovo Dpcm di Natale, in particolare sugli spostamenti tra regioni e sul rientro a scuola

“Fino ad ora Conte è stato aperto alla possibilità dei ricongiungimenti familiari”, si apprende da fonti parlamentari mentre è in corso la riunione con il premier Giuseppe Conte, i ministri Roberto Speranza e Federico D’Incà e i capigruppo di maggioranza. Ovviamente, per quanto riguarda le misure, sarebbero valide dal 21 dicembre al 6 gennaio.

Nella riunione è stata confermata l’intezione di stoppare la mobilità tra le regioni gialle a partire dal 21 dicembre e si starebbero valutando alcune eccezioni: ricongiungimenti familiari e seconde case. La terza possibilità, quella di raggiungere alberghi, sarebbe molto più controversa, si spiega.

A quanto apprende l’Adnkronos, la riunione è iniziata partendo dalle vaccinazioni, in vista del siero anti-Covid che arriverà a inizio anno, stando almeno ai piani delle case farmaceutiche impegnate in prima linea nella ricerca. Il governo ha illustrato la strategia sulla quale è già a lavoro, con una corsia preferenziale per le strutture ospedaliere e le Rsa, passando poi all’immunizzazione del resto della popolazione a partire dalle persone più fragili.

Poi la scuola. Ritornare tra i banchi il 14 dicembre, senza attendere il nuovo anno, è l’ipotesi avanzata dal premier. A quanto apprende l’Adnkronos da fonti presenti all’incontro, il presidente del Consiglio avrebbe chiesto un parere ai presenti, che tuttavia avrebbero sollevato parecchi dubbi vista la vicinanza della data avanzata da Conte con le vacanze di Natale. Rimandare gli studenti sui banchi dal 14 dicembre, ha osservato il premier aprendo la discussione sul capitolo scuola, “sarebbe un bel segnale per i ragazzi”. Il presidente del Consiglio ha comunque precisato che sull’ipotesi di riaprire i cancelli delle superiori e dei licei – con riunioni preparatorie dal 9 dicembre per garantire il rientro a scuola in massima sicurezza – andrebbe sondato il Comitato tecnico scientifico. Intanto però il premier si porta avanti e chiede un parere alle forze di maggioranza, sentendo i capigruppo presenti in riunione che non hanno mancato di esprimere i loro dubbi.

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