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Aiello Calabro: al Festival Poeti della Terra va in scena KOI-ZERO

3 min di lettura

Sebastiano Basile, regista di origini lametine, presenta il suo film di fantascienza KOI-ZERO, le quali scene sono state per la maggior parte realizzate con la tecnica del green screen in un garage!

Sebastiano è una persona che ha le idee chiare, tanto quanto il messaggio che vuole inviare al pubblico.

Dello stesso avviso la direttrice artistica del Festival Poeti della Terra, Angelica Artemisia Pedatella, istrionica fautrice del cambiamento di rotta, poiché è dalla Calabria, in questo caso da Aiello Calabro, che parte la scintilla culturale.

KOI-ZERO è il primo film di fantascienza interamente ambientato in Calabria. Sebastiano Basile è un esperto di effetti speciali, così facendo ha voluto proiettarci nel suo “metaverso” dove le persone vivono una realtà che ci appartiene, malgrado a volte non ce ne rendiamo conto.

Nel film la gente ha sostituito il mondo delle relazioni umane con quello virtuale e le opinioni sono più spesso affidate ai social che non alla condivisione dal vivo. Ma com’è nato KOI-ZERO? Lo abbiamo chiesto a Sebastiano: “ L’idea di fare un film di fantascienza l’ho sempre avuta perché sono un esperto di effetti digitali. Il soggetto è nato perché KOI significa in realtà un pianeta, KOI-5 esiste veramente ad esempio e sono quei pianeti scoperti dal telescopio Kepler, infatti KOI è l’acronimo di Kepler Object of Interest, che allo stesso tempo significa amore in giapponese. Forse ha un duplice significato, perché KOI-ZERO, KOI (questo pianeta) e ZERO (perché inizia da zero) e poi AMORE ZERO, come punto di partenza di una rivoluzione diversa da quella terrestre”.

A sostenere l’impegno di Sebastiano vi è il team BA17, fondamentale per il progetto di rinnovamento dei contenuti sulla Calabria. Così Angelica Artemisia Pedatella, ci spiega il senso di questi appuntamenti: “La cosa più importante è aver creato un festival che ha 44 appuntamenti ed è lungo 4 mesi, significa che la cultura, gli eventi possono essere un’abitudine nella nostra vita. Questo è il primo messaggio, il secondo è che effettivamente noi calabresi come il lupo siamo liberi, e così ci dobbiamo mantenere perché se ci manteniamo così, cambiamo qualche cosa. Poi ovviamente c’è il tema della narrazione di questa terra, perché finora è stata raccontata da chi è scappato o da chi l’ha vista da fuori e l’ha descritta come la Calabria della cronaca nera, la Calabria della disonestà, la Calabria della dei disastri, invece questa terra è qualcos’altro, ma la può descrivere, solo chi la vive. Ecco perché KOI-ZERO è qui, perché Sebastiano Basile è un professionista di questa terra che ha fatto la cosa più normale di questo mondo, ha raccontato qualcosa dal suo punto di vista, e il senso di poesia da terra è questo basta che noi raccontiamo le cose dal nostro punto di vista, poi in particolar modo KOI-ZERO che ha una base di ironia che poi scoprirete è ambientata a Lamezia Terme, una Lamezia Terme Futuristica.

Il successo di KOI-ZERO nasce dalla visione del cambiamento, Sebastiano Basile ci mostra una finestra aperta nel suo “metaverso” dove la riflessione inizia dalle prime scene del film ed incolla lo spettatore alla poltrona, lasciandogli una sensazione che il mondo non stia facendo abbastanza per salvare se stesso. Scriveva Albert Einstein: “L’umanità avrà la sorte che saprà meritarsi”

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