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Amalia Bruni: l’Aifa migliora l’accesso ai farmaci per i pazienti con malattia di Alzheimer

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amalia bruni

Demenze, Amalia Bruni: “Finalmente una notizia positiva, l’Aifa semplifica e migliora l’accesso ai farmaci per i pazienti con malattia di Alzheimer e demenze correlate”

Comunicato Stampa

Finalmente una buona notizia dalla Sanità, cosa che purtroppo non succede spesso negli ultimi tempi. Infatti, su mia iniziativa e grazie all’intervento delle società scientifiche siamo riusciti riusciti a semplificare i controlli e l’accesso ai farmaci per i pazienti.

La Sindem (Associazione autonoma aderente alla SIN per le demenze di cui sono Past Presidente) insieme alle altre società scientifiche nazionali coinvolte nelle tematiche delle demenze e dei disturbi cognitivi come la Sin (Società Italiana di Neurologia), l’Aip (Ass. It. Psicogeriatria) e Sineg (Soc. It. Neurogeriatria), e la Simmg (Società dei Medici di Medicina generale), si è fatta promotrice di un’iniziativa per semplificare l’accesso alle terapie per gli oltre 800mila pazienti italiani affetti da Demenza di Alzheimer e demenze correlate.

L’audizione con l’AIFA che risale allo scorso maggio 2022, ha riscosso interesse e l’Agenzia Italiana del Farmaco, dopo aver coinvolto il Tavolo Nazionale Demenze (che include il Ministero della Salute, l’ISS e le Regioni) ha recepito la necessità di modificare i criteri di rimborsabilità di questi farmaci che risalivano al 2010.

I cambiamenti alla nota 85 non si limitano alla sola modifica della rimborsabilità ma contengono aggiornamenti anche di altri aspetti, tra i quali la possibilità di un monitoraggio meno rigido e più personalizzato alle esigenze del singolo paziente.

Ed ancora la visita di controllo nei casi stabilizzati può essere distanziata anche a un anno, se il caso lo consente, e ciò permette da un lato una riduzione di visite inutili e dall’altro di lasciare liberi spazi per pazienti meno stabili e che necessitano di monitoraggio più stretto. Anche la durata della cura viene svincolata dai rigidi punteggi del MMSE, il test di valutazione cognitiva generale.

Alla luce dei numerosi studi che indicano l’efficacia di questi farmaci anche in fasi molto iniziali e molto più gravi il farmaco potrà essere prescritto sulla base del giudizio del medico e nell’ambito di una valutazione clinica complessiva.

Da ultimo l’osservazione che i farmaci per malattia di Alzheimer si siano dimostrati più efficaci se dati in combinazione ha portato ad un’ulteriore modifica della nota che ora prevede la possibilità di effettuare la prescrizione combinata in politerapia di tali farmaci.

Lo scrive in una nota Amalia Bruni, vicepresidente della Commissione Sanità in seno al Consiglio Regionale.

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