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“L’apparenza inganna”: comicità e dramma in scena al Grandinetti di Lamezia Terme

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Al Teatro Grandinetti di Lamezia Terme la commedia “L’apparenza inganna” della Compagnia Krimisa di Cirò Marina (KR) con la regia di Giovanni Malena, per la rassegna teatrale “Vacantiandu” realizzata dall’Associazione teatrale I Vacantusi in collaborazione con FITA, con la direzione artistica di Nico Morelli e Diego Ruiz e quella amministrativa di Walter Vasta

Sul palco lametino una commedia all’italiana, esilarante e realistica, quanto tragica.

La compagnia teatrale Krimisa porta in scena le peripezie di una (poco) ordinaria famiglia di ceto medio, presto sconvolta da una scoperta.

È la storia di Peppino, bancario dalla vita ordinaria, scandita unicamente dal lavoro, di sua moglie, casalinga social-dipendente, e di suo fratello, pittore mancato che non si arrende alla mancanza di talento.

Il sipario si apre sul salotto della famigliola, in cui fa irruzione, inaspettatamente, un grottesco usuraio che pretende la restituzione di un grosso prestito contratto dall’artista di casa che si scopre soffrire di ludopatia.

Urge trovare il denaro, ma nessuno dispone di una cifra così elevata. Interviene quindi donna Vittorina, irritante vicina del piano di sopra che a sua volta esige il pagamento dei mesi d’affitto arretrati, la quale propone un assurdo e improbabile compromesso: la donazione del rene del fratello in cambio dell’estinzione del debito e del pagamento della cifra chiesta dalla banda di usurai.

Peppino, già alle prese con le stranezze e la distrazione della moglie, ritiene l’offerta irricevibile e cerca soluzioni alternative per mettere insieme la somma.

Si imbatte in un annuncio sul giornale e decide di proporsi: si tratta di una prestazione come attore per una casa televisiva produttrice di film hot. L’esperimento fallisce miseramente e, nel mentre, sua moglie parte alla volta di Roma per incontrare un uomo conosciuto in chat.

Scoperta dal fratello, si pente e fa di tutto per rimediare e per non farlo parlare.

Peppino, disperato, accetta il ricatto della vicina spingendo il fratello all’operazione per l’esportazione.

Quest’ultimo, preso dal panico, convince la moglie di Peppino a fargli bere, con l’inganno, un intruglio, così che sia lui stesso a sottoporsi all’intervento senza poter opporre resistenza.

 

Ma nelle commedie si sa, “l’apparenza inganna” e nulla è come sembra.

Non c’è nessun debito, usuraio o rene da donare.

Restano solo le risate per le vicissitudini di una comunissima famiglia di oggi e la drammaticità di alcuni dei problemi sociali che interessano e investono una fetta della società moderna: la ludopatia e l’usura. E, non meno importante, la dipendenza creata dai social che comporta, in alcuni casi, l’alienazione dalla realtà a favore della costruzione di una vita fatta di apparenza e finzione.

Lo spettacolo è una lettura, in chiave comica e leggera, del mondo che ci circonda. Analizza gli aspetti che più influenzano il modo di agire e pensare, e che spingono a uniformarsi a standard spesso irraggiungibili.

A ciò si aggiunge, con una forte dose di ironia, il riferimento alla perdita dei valori, alla ricerca del guadagno facile, senza sforzo e senza impegno, alla necessità di mostrarsi per ciò che non si è anche quando non si dispone delle condizioni per poterlo fare (la moglie di Peppino non accetta passaggi dal marito che guida una modesta Skoda Felicia, per la quale è sbeffeggiato da famiglia e amici).

Si è, solo se si appare secondo i criteri che ci vengono imposti, ci dice la società.

Ma “la vita è essenza”, ci insegna Peppino.

Maria Francesca Gentile

Video di Riccardo Cristiano

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