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Associazioni lametine chiedono a D’Ippolito che i 20 mln non vengano dispersi

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Lamezia. Il Rotary Club dona un oftalmoscopio all'ospedale

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Comunicato Stampa

Ad esse, però, si dovrà essere ispirato il portavoce del popolo, on. Pino D’Ippolito, quando ha affermato che “L’integrazione tra le aziende Mater Domini e Pugliese-Ciaccio di Catanzaro metterebbe in serio pericolo l’ospedale di Lamezia Terme, sia se lo inglobasse, sia se lo escludesse”.

Se le parole hanno un senso, il nostro Ospedale per lui non deve stare né dentro, né fuori la nuova azienda; dovrebbe evidentemente restare nel Limbo dantesco “di color che son sospesi”.

L’on. D’Ippolito non dimentica ovviamente di citare la proposta di legge presentata dal Movimento 5 Stelle calabrese sul riordino della rete ospedaliera regionale. Solo che si è scordato che quella loro proposta supera la divisione degli ospedali in Hub e Spoke e concentra tutti gli ospedali calabresi in tre aziende uniche ospedaliere: una nell’area reggina, una in quella cosentina e l’altra in quella della vecchia provincia di Catanzaro. Cioè, nel nostro caso, per l’M5S calabrese l’Ospedale di Lamezia dovrebbe comunque finire nell’unica azienda ospedaliera della vecchia provincia di Catanzaro.

Altro è il discorso in merito al ruolo che in questa unica azienda ospedaliera-universitaria deve essere assegnato al nostro Ospedale. Ci fa piacere che anche l’on. D’Ippolito sia sostenitore del ruolo di centro della Rete Politrauma da noi proposto e in questo senso lo invitiamo a far sentire sempre più forte la sua voce anche all’interno del Movimento 5 Stelle calabrese, in cui non tutti la pensano come lui.

Quanto ai pericoli che sta correndo l’Ospedale di Lamezia a star fuori dall’azienda unica non c’è bisogno di sperimentarli, sono abbondantemente già in atto (per dirla brutalmente, veniamo dal morto). Averlo classificato Spoke ed averlo messo sotto la gestione dell’ASP ha finora significato il continuo svuotamento della struttura, lo stillicidio di perdite di reparti e servizi creati per primi a Lamezia e fiori all’occhiello della sanità lametina, l’aumento esponenziale dell’emigrazione sanitaria non solo verso il centro-nord, ma anche verso gli ospedali catanzaresi. E le cause di tutto ciò non sono certo da attribuire né alla struttura del nostro ospedale, né agli operatori che vi prestano servizio oggi o vi hanno lavorato in passato.

Oggi la commissione regionale sanità, in virtù della netta presa di posizione che il consigliere Tonino Scalzo ha assunto a sostegno della proposta che gli avevamo illustrato anche in incontri pubblici, ha assunto una decisione lungimirante che va in senso contrario.

Si prende atto che il territorio dell’area centrale della Calabria è unico e si decide di proporre una legge regionale che affidi ad un unico organismo direzionale la programmazione sanitaria per l’intera area, comprendente i due ospedali del capoluogo e quello di Lamezia Terme.

Peraltro si tratta di una decisione che va nel senso di ridurre le poltrone e abbattere i costi, un tema da sempre nelle corde del M5S.

Come associazioni civiche di difesa della sanità del Lametino, che dal 2015 in poi sosteniamo che si doveva andare in questa direzione, confortati da grandi manifestazioni popolari e dalla raccolta di oltre 25 mila firme di Cittadini, chiediamo allora all’on. D’Ippolito, quale esponente della maggioranza di Governo, di impegnarsi affinché i 20 milioni di euro assegnati al nostro ospedale dai Patti per la Calabria non vengano dispersi e indirizzati a sterili rimaneggiamenti e ad abbellimenti della struttura, ma invece finalizzati  a completare e predisporre nuove e più qualificate funzioni del nostro ospedale, anche in sinergia con il Centro Protesi INAIL.

Comitato salviamo la sanità del lametino
Tribunale dei Diritti del Malato
Comitato Malati Cronici
Comitato Lamezia 4 gennaio

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