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A Briatico(VV) il ritiro delle comunità di Sant’Egidio

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Presenti anche esponenti delle Comunità di Lamezia Terme, Reggio, Cosenza, Schiavonea, Rosarno. Ognuno ha condiviso la sua esperienza nell’impegno di vivere il Vangelo

Nei giorni scorsi, nella Casa del Sacro Cuore di Briatico, gestita dai Padri Dehoniani, si è svolto il primo incontro/ritiro di tutte le comunità di Sant’Egidio sorte in Calabria. L’incontro è stato presieduto da Michele Bartolo, responsabile, appunto, di tutte le comunità di Sant’Egidio in Calabria, che ha ascoltato, accolto, incoraggiato, guidato i vari interventi e ha meditato la Parola di Dio, in particolare i primi capitoli degli Atti degli Apostoli, per tutti i partecipanti.

Erano presenti alcuni esponenti delle Comunità sorte e operanti in Lamezia Terme, Melito, Cosenza, Corigliano, Reggio Calabria, Schiavonea, Rosarno. Nella mattina, ognuno ha condiviso la sua esperienza nell’impegno di vivere il Vangelo e servire i poveri che si concretizzano nell’accoglienza del profugo, nell’attivare corridori umanitari, nell’assistere le persone che sbarcano, nella scuola della pace, ma anche attraverso tanti gesti umili, nascosti, di semplice prossimità, che, all’apparenza sembrano inutili, delle perdite di tempo ma che hanno un valore inesprimibile perché l’umanità nasce, vive, si arricchisce nella totale gratuità del dono di sè… Ed ecco allora scorrere nomi, volti, storie che commuovono, riempiono il cuore e lo fanno ardere perché è questo che si desidera fare… semplicemente “esserci” per come è possibile e la situazione o le persone lo permettono, con libertà, offrendo amicizia, ascolto, presenza, beni di prima necessità.

Michele ha terminato l’incontro lasciando delle provocazioni: Perché in Calabria c’è bisogno della Comunità di sant’Egidio? Quali ansie, speranze, i desideri per la Calabria? A noi il tempo della riflessione e della preghiera per rispondere nella verità del cuore.

Il pranzo e il pomeriggio sono trascorsi creando comunione e fraternità tra tutti i membri delle comunità che si sono integrate, per crescere nella condivisione, nell’amicizia, nella fratellanza, nel sostenersi e incoraggiarsi reciprocamente. Tutto è terminato con il cuore pieno di gratitudine per tutto il bene visto, ascoltato, per le persone incontrate che hanno una identica matrice: nello straniero o nel povero vedono il volto del Signore; trovano un’opportunità di bene che il Signore gli sta dando; vedono qualcuno da amare, soccorrere, sostenere, integrare perché è prima di tutto una risorsa e un fratello.

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