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Carte da gioco: quali si usano in Calabria?

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carte da gioco

Le carte da gioco riescono a resistere all’evoluzione dei tempi e nonostante l’introduzione di numerose attrazioni digitali continuano a divertire migliaia e migliaia di italiani, vecchi e giovani. D’altro canto, i giochi di carte si rivelano ben presto il passatempo ideale quando ci si trova in viaggio o sotto l’ombrellone, così da allenare la mente e svagarsi senza troppo impegno. Non solo quelle francesi, ma anche le carte regionali sono particolarmente diffuse nello Stivale. Anzi, si potrebbe affermare che in alcune zone siano soprattutto i mazzi più folkloristici a risultare gettonati, specialmente al Sud.

La Calabria è una delle regioni in cui si gioca di più, eppure da queste parti non esiste un mazzo caratteristico. I mazzi italiani sono facilmente riconoscibili per la presenza di coppe, denari, spade e bastoni tra i semi, che distinguono anche le carte napoletane e siciliane, le più utilizzate dalle parti di Cosenza e Catanzaro. L’offerta odierna dell’i-gaming propone solitamente le carte francesi, come si evince dal quadro dei giochi da tavolo online. Giocare dal vivo significa quindi mantenere in vita una tradizione.

Le carte napoletane sono in stile spagnolo e sono probabilmente le più conosciute tra quelle regionali. Proprio come quelle siciliane, risalgono a 5 secoli fa: ne è una prova anche il look dei personaggi che hanno ispirato le figure della donna, del fante e del re. Non mancano altri dettagli particolari, come il mascherone del 3 di bastoni, noto anche come “Gatto Mammone”. Il 5 di spade è famoso per le scene di semina sullo sfondo, mentre tutti i denari assomigliano perlopiù a delle stelle e l’asso presenta la curiosa forma di un’aquila bicefala. Probabilmente la carta più iconica di questo tipo di mazzo viene individuata nel re di denari, impiegato come jolly in giochi come il “Sette e mezzo”. Le carte napoletane misurano 5×8,3 cm e vengono utilizzate per svariati giochi, che a volte richiedono persino di adoperare ben 2 mazzi.

Le carte siciliane non differiscono troppo da quelle napoletane, ma il primo particolare che salta all’occhio è che la donna prende il posto del fante. Il re di denari viene sfruttato sempre come “matta”, mentre i bastoni sono perlopiù conosciuti come “mazze” e i denari come “aremi”. La dimensione di queste carte è più ridotta rispetto a quelle di altri mazzi regionali e la cura stilistica nel disegno è molto meno accentuata. Tuttavia, è possibile intravedere in qualche mazzo dei simboli peculiari, come la trinacria legata al 3 di denari. Gli studiosi ritengono che le carte siciliane derivino dal Tarocco, il cui mazzo contava però 64 unità e non 40. Un’altra curiosità riguarda alcune specifiche figure: ad esempio, pare che uno dei re fosse palesemente ispirato a Vittorio Emanuele II.

A quanto pare, il sentimento dei giocatori nei confronti delle carte più antiche è destinato a non scemare nel tempo, semmai a crescere. Col passare degli anni, infatti, i mazzi regionali più datati diventano finanche oggetto di collezionismo. Insomma, non sono poche le ragioni per le quali le carte italiane continuano ad essere impiegate anche ai giorni nostri. Chissà che un giorno non vengano proposte in rete controparti digitali dei giochi praticati soprattutto con questo tipo di carte…

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