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Crisi Energetica: sconvolgimento degli equilibri geopolitici

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Circa il 45% del gas usato in Italia è di provenienza russa, niente è stato fatto in passato per pensare ad una diversificazione energetica lungimirante

Il premier Draghi, durante il suo intervento tenutosi poco fa nel Consiglio dei Ministri, definisce in maniera chiara il lungo e difficile periodo di incertezza a cui saremo sottoposti in seguito al conflitto che si sta consumando in queste ore su territorio ucraino e insensatamente avviato dalla Russia.

Se da una parte i momenti drammatici di cui siamo incoscienti testimoni ci scorrono davanti agli occhi sui social o in televisione, dall’altra parte gli effetti di questa guerra che ci appare territorialmente così lontana si faranno presto sentire in termini di crisi energetica.

Il premier ha di fatti espresso la sua perplessità circa l‘approvvigionamento energetico del gas la cui provenienza nella misura di circa il 45% è russa; questo implicherà probabilmente una chiusura della fornitura là dove non sia dia largo consenso alle azioni del Cremlino con un conseguente ridimensionamento dell’utile e relativo rincaro, rincaro a cui siamo già stati sottoposti negli scorsi mesi.

Gli Stati Uniti, da parte loro, fanno sapere che aumenteranno la fornitura di gas liquefatto per far fronte ad ogni evenienza, ma, ai noi, l’Italia dispone di pochi impianti in grado di gestire tale risorsa.

L’unica nota positiva a cui ci si prospetta è l’arrivo della bella stagione e la possibilità di poter mitigare tali circostante in considerazione di un minore utilizzo delle fonti energetiche. Nel frattempo si lavorerà per rafforzare la fornitura proveniente da ulteriori gas-dotti e si predisporrà un piano di ripresa delle centrali a carbone, qualora fosse necessario.

Draghi esprime anche la necessità di fronteggiare i rincari con misure ad hoc, per rimodulare i prezzi, questioni su cui il governo è all’opera.

Un monito va alla mancanza di lungimiranza degli assetti geopolitici e sulla necessità di investimento nel settore delle energie rinnovabili e della produzione delle stesse su territorio nazionale: l’unico, si fa per dire, ostacolo è solo quello burocratico!

Felicia Villella

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