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Eleganza, raffinatezza e decoro scenografico nello spettacolo “La bella addormentata” di Pëtr Il’ič Čajkovskij

2 min di lettura
La bella addormentata teatro Grandinetti

Ph.: Ennio Stranieri

Il conflitto tra il bene e il male ne “La bella addormentata”

Il conflitto tra il bene e il male rappresenta il filo conduttore che annoda i vari momenti dello spettacolo “La bella addormentata” di Pëtr Il’ič Čajkovskij, tratto dalla romantica e celeberrima fiaba di Charles Perrault e presentato dal Balletto di Mosca “La Classique” al Teatro Grandinetti di Lamezia Terme nell’ambito della stagione teatrale organizzata da Ama Calabria.

Il Balletto di Mosca “La Classique”, prestigiosa compagnia di danza classica, fondata nel 1990 e diretta da Elik Melikov, per quasi due ore ha captato l’attenzione del numeroso pubblico trasportandolo in un mondo fiabesco baroccheggiante dove gli impeccabili ballerini hanno raccontato la storia della principessa Aurora e della maledizione che la colpisce, facendola cadere in un sonno profondo. Solo il bacio di un giovane principe innamorato di Aurora spezzerà il malefico incanto e risveglierà la principessa e la sua corte.

Balletto di Mosca

Nel percorso narrativo la lotta tra il bene, rappresentato dalla Fata Lillà ed il male, impersonato dalla maga Carabosse, è stata messa in luce  dalla ricostruzione coreografica di Marius Petipa, su libretto di Ivan Vsevolozhsky, e arricchita dalle preziose elaborazioni del costume Designer di Elik Melikov e delle scenografie di Evgeny Gurenko.

A creare magiche atmosfere hanno contribuito le musiche immortali di Čajkovskij che, tra l’altro, hanno esaltato la performance di tutti gli interpreti anche dei ruoli secondari impostisi all’attenta platea per la tecnica piuttosto impegnativa, per le abilità virtuosistiche e per l’espressività della mimica evidenziate nelle scene corali, nei passi a due, a tre, a quattro e d’assolo e nelle danze di fila.

“La bella addormentata”, considerato un vero e proprio capolavoro, è la seconda composizione, in ordine cronologico dopo “Il lago dei cigni” e “Lo schiaccianoci”, che fa parte della cosiddetta “Trilogia Čajkovskiana”, le tre opere per balletto composte da Čajkovskij su commissione dei Teatri Imperiali.

Il Balletto di Mosca, da 25 anni in tournèe per il mondo, ha confermato, a Lamezia, la sua fama e il suo impegno nel difendere la secolare tradizione della “ecole de danse” riproponendo un balletto classico in linea con la produzione originale anche se rinnovata, in parte, con l’aggiunta di particolari all’interno della trama.

L’elaborazione si è sempre mantenuta su un tono stilistico elegante e raffinato molto apprezzato dagli spettatori che più volte, hanno applaudito anche a scena aperta incantati dai lussuosi e sfavillanti costumi dai colori diversi e in sintonia con le scenografie.

Il quadro finale, in particolare, è risultato un vero trionfo dell’eleganza, della raffinatezza e del decoro scenografico.

LINA LATELLI NUCIFERO

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