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In coma dopo pestaggio, chiesta riapertura istruttoria per autore

2 min di lettura
Davide Ferrerio in una foto sul suo profilo Facebook

Davide Ferrerio, ventenne di Bologna ma con origini crotonesi, in una foto tratta dal suo profilo Facebook. FACEBOOK/ DAVIDE FERRERIO

Iniziato processo d’appello, difesa chiede acquisire consulenza

È stato rinviato al 28 febbraio, dopo la richiesta della difesa di riaprire l’istruttoria dibattimentale, il processo d’appello a Nicolò Passalacqua, il 22enne di Colleferro (Roma) condannato in primo grado a 20 anni e 4 mesi per il tentato omicidio di Davide Ferrerio, il 22enne di Bologna aggredito l’11 agosto 2022 a Crotone e ora ricoverato in coma irreversibile nel capoluogo emiliano.

Arrestato poche ore dopo il fatto, Passalacqua è stato condannato il 21 aprile 2023 dal gup di Crotone.

Al centro dell’aggressione uno scambio di persona: Passalacqua aveva colpito Ferrerio pensando fosse l’uomo che infastidiva sui social la ragazza per la quale aveva un debole.

Stamani, davanti alla Corte d’appello di Catanzaro, il difensore di Passalacqua, l’avvocato Salvatore Iannone, ha presentato due istanze.

La prima, accolta, relativa all’esclusione dal processo delle parti civili di Comune e Provincia di Crotone e Comune di Bologna.

La seconda, invece, riguarda l’acquisizione di una consulenza medica sullo stato di salute di Davide chiesta dal Tribunale di Crotone e redatta dal professore Francesco Introna, ordinario di medicina legale dell’università di Bari.

Consulenza che non ha fatto parte del processo di primo grado ma è entrata nel processo parallelo che vede coinvolta la mamma della ragazza al centro della storia, imputata insieme al compagno di concorso anomalo in tentato omicidio.

Iannone ha riferito che la consulenza sostiene che Passalacqua non ha dato alcun pugno da dietro, come affermato in primo grado, ma un pugno che ha causato la caduta a terra di Ferrerio e gli ha fatto battere la testa sull’asfalto causando il trauma che ha portato al coma, anche in virtù del fatto che, sostiene la consulenza, il giovane soffriva di una patologia ossea.

Gli avvocati della famiglia Ferrerio, Fabrizio Gallo e Gabriele Bordoni, hanno contestato la richiesta ritenendo errata la ricostruzione del medico legale sui filmati “in quanto non è un perito informatico” e hanno sostenuto che avendo Passalacqua scelto il rito abbreviato e non avendo chiesto una perizia informatica sulla ricostruzione video e dei fatti non può farla acquisire in appello.

La corte renderà nota la decisione il 28 febbraio.

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