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Intervista a Teodolinda Coltellaro nell’arte e con l’arte contemporanea

8 min di lettura
Ippolita Luzzp intervista Teodolinda Coltellaro

La blogger Ippolita Luzzo ha intervistato Teodolinda Coltellaro, noto critico d’arte contemporanea

“Noi siamo ciò che costruiamo. L’arte ci può aiutare ad essere migliori. Il futuro è davanti a noi e ci indica la strada da percorrere”

Copio da lei e da una sua relazione all’Uniter tenuta a Dicembre 2019, per iniziare una conversazione inusuale in tempi di pandemia e di disagio.

Teodolinda Coltellaro vive nell’arte fin dall’infanzia, e dai suoi racconti mi appare con la penna in mano, proprio come a lei diceva sua madre “Sei sempre con la penna in mano”, e dotata di una grande curiosità. Mi piacerebbe proprio incontrare qui quella bimba e poi ragazza e studentessa in pellegrinaggio quasi per le vie dell’arte. Ma di questo ci dirà lei.

Teodolinda: Certo, la curiosità è la molla necessaria alla conoscenza. Io sono sempre stata molto curiosa e desiderosa, ansiosa perfino, di ampliare le mie conoscenze. C’è stato un periodo in cui dicevo a me stessa che ” un libro letto era un libro in meno da leggere”, quasi volessi appropriarmi di una parte dello scibile umano. I libri scolastici in alcuni casi erano un male necessario poiché mi annoiavano con la loro struttura stantia, alcuni diventavano invece fertili stimoli sulla strada della conoscenza. Frequentavo molto le biblioteche. Alla De Nobili a Catanzaro consumavo da studentessa  le mie ore libere dalle lezioni. Poi, per un certo periodo,  ho frequentato  la biblioteca di Curinga che, non a caso, Gianfranco Manfredi in un suo articolo sulla rivista della Regione, definiva “un piccolo Beaubourg”. Stampava anche una rivista grazie ad un bibliotecario illuminato, Sergio Prinzi, che ricordo con immenso piacere. Ma la mia passione per la lettura è sempre andata avanti di pari passo con la scrittura. L’amore per la parola, per lo spessore significativo dei segni, per il suono, il colore della parola, mi ha sempre spinta a perfezionarne l’uso, ad assaporarne la valenza sostanziale di senso e significato. Di pari passo si è sempre più radicata dentro di me la passione per l’arte dei nostri tempi e così, gradualmente, la scrittura è diventata scrittura d’arte, strumento d’analisi delle opere, racconto, ispirato per certi versi, dell’arte contemporanea. La mia cara mamma, vedendomi sempre indaffarata a scrivere, mi diceva in tono di affettuoso rimprovero ” Sempre con la penna in mano!”. Poi, col tempo, è diventato il suo motto orgoglioso ” E tu basta che hai la scrittura!”, così come per un certo tempo mi apostrofava con ” Basta che hai la pittura! “, già consapevole di quanto per me fossero entrambe, la scrittura e l’arte, materia essenziale del mio vivere. Assisteva alle mie peregrinazioni tra musei e mostre d’arte, al mio viaggiare per riempire  il mio sguardo di opere, al mio organizzare mostre, al mio continuo andare  a Taverna, dove avrei contribuito alla nascita del Museo Civico. E così, perdurando la  passione e il mio sperdermi nell’arte, mia mamma se ne fece una ragione e sempre più spesso si intratteneva con i miei amici artisti che volentieri ne assecondavano le feconde narrazioni del mio universo domestico.

Ippolita: E dalla curiosità la nascita delle tue molteplici espressioni nell’arte come scopritrice di talenti, come curatrice di mostre e come animatrice di Musei e di progetti attinenti al visivo. Mi riferisco all’esperienza dei Pezzi artistici esposti nel centro storico di Lamezia e che dovrebbero essere restaurati. Un tuo progetto fra tanti, vero?

Teodolinda: Ti riferisci, nello specifico, a “Un Muro di storia”, un progetto ideato proprio per Lamezia Terme, per il suo centro storico. È stato, infatti, realizzato, su un muro portante  della scuola “Don Milani”. È costituito da 17 pannelli in ceramica realizzati da altrettanti artisti ceramisti,  lametini e di altre regioni italiane, attraverso cui è possibile percorrere visivamente e  leggere   frammenti esemplari, pagine emblematiche di storia e microstoria, sia territoriale che regionale. Esso ricompone fatti, episodi che hanno costruito nel tempo la storicità dei luoghi e che appartengono alla storia collettiva. Purtroppo, molti lametini non ne conoscono l’esistenza e il valore artistico-storico. Ma, soprattutto, la cosa che più fa male è il suo completo abbandono, il suo graduale deterioramento. La stessa materia costitutiva dei moduli in ceramica (ognuno misura un metro quadrato) sta lentamente disgregandosi, sottoposta a disfacimento inesorabile. Sarebbe urgente un intervento di risanamento del muro e di restauro e messa in sicurezza delle opere di grande valore artistico.

Ippolita: Noi ci facciamo promotori di riportare a chi può e deve di intervenire affinché “Un Muro di storia” venga restaurato e inserito fra i percorsi artistici da visitare a Lamezia. Ce lo auguriamo. Sappiamo altresì del tuo impegno nel Marca, molte le mostre da te curate e fra le ultime quelle di Caporale e Saladino, così come so di mostre progettate e per ora ferme per l’emergenza virus. Possiamo anticipare qualcosa dopo avere da te un excursus in sintesi della tua attività al Marca?

Teodolinda: Del MARCA (ormai considerato il più prestigioso museo regionale, riconosciuto  a livello nazionale), fin dalla sua istituzione, sono componente del Comitato Scientifico e dal direttore artistico attuale, Rocco Guglielmo, sono stata nominata direttore della collana editoriale del Museo “I quaderni del MARCA”. Al MARCA ho curato, in contemporanea con altri miei progetti in altre istituzioni regionali e nazionali, numerose mostre, anche quelle di artisti lametini. Attualmente sto lavorando alla mostra antologica di un altro grande calabrese, Max Marra. È stata programmata per il 6 giugno prossimo, ma non credo sia possibile rispettare i tempi, considerata l’attuale situazione. Contestualmente altri progetti, anche editoriali, momentaneamente, giocoforza,  sono in stendby. Al momento  lavoro a ciò che posso, ovviamente, portare avanti da casa.

Ippolita: Da remoto, ormai così sembra sia la forma per dire che si lavora da casa. A me da remoto evoca subito un tempo fiabesco. E un luogo altrettanto fiabesco. Pur con le difficoltà del momento dunque procedono i tuoi lavori e aspettiamo altre pubblicazioni. Ci farai conoscere intanto le tue precedenti pubblicazioni e gli incontri straordinari che hai fatto nel campo artistico

Teodolinda: Certamente. È questo il mio desiderio. Sto lavorando ad un mio libro di interviste a maestri dell’arte contemporanea internazionale, ad una monografia di una grande artista internazionale e ad altre ricognizioni analitiche su artisti di cui promuovere l’opera. Ma tante altre sono le idee e i progetti in essere; anche e soprattutto progetti espositivi da realizzare nella regione. I miei incontri sono e sono stati il nutrimento perfetto della mia anima. All’inizio dei miei percorrimenti  nei territori dell’arte, sognavo di incontrare i miei idoli che erano, naturalmente, grandi artisti che avevo ” incontrato” nei libri, nei miei anni di “studio matto e disperatissimo”. Poi man mano, alcuni di questi “grandi dell’arte” ho avuto la fortuna di incontrarli nel dispiegarsi del mio cammino di critico e non c’è stata cosa più bella per me, più gratificante. Così, dai calabresi illustri Savelli, Rotella, Guerrieri, a Oppenheim a Staccioli, a Buren alla mitica Giosetta Fioroni e tanti altri. Così anche  per i maestri calabresi attuali Berlingeri, Violetta, Gallo, Marra e altri il cui cammino creativo si è incrociato col mio, fino a diventarne amica. Mi ricordo di Savelli che appena arrivava da New York mi chiamava e io mi precipitavo a Pizzo a riabbracciarlo e a perdermi nell’essenza  sublime della sua Arte. Che dolore quando è morto! Mi sembrò di aver perso un componente della mia famiglia allargata e allo stesso modo è stato per Guerrieri, Lia Drei, Staccioli, Mendini. Averli conosciuti, essermi avvicinata al loro universo e essermi nutrita della loro arte è stato per me fonte di arricchimento continuo, a livello umano prima ancora che professionale. Spesso con il rammarico di averli considerati ” immortali” e di non aver raccolto fino in fondo la sostanza più preziosa del loro essere artista.

Ippolita:Sono sempre molto sorpresa di quanto sia sconosciuto il lavoro di artisti e critici nel proprio paese e anche tu a quanto sembra dopo gli inizi hai preferito lavorare fuori da Lamezia Terme. Vogliamo raccontare a conclusione del nostro incontro come sia stato possibile che non ci siano state opportunità oppure che non ci sia stata la volontà finora di creare a Lamezia occasioni organiche, vista la presenza di tanti ottimi artisti e la tua  grande esperienza nel campo?

Teodolinda: Premetto: Lamezia è nel mio cuore.  Non si sono create le condizioni  perché io  potessi realizzare nuovi  progetti pur avendone io proposti. Vorrei tanto avere la possibilità di creare qualcosa di sostanziale nel mio territorio. Anche perché l’arte visiva contemporanea di qualità è comunque presente in esso. C’ è, infatti, è c’è stato sempre un grande fermento creativo. Ci sono artisti che stimo e che lavorano ponendo attenzione a ciò che, nel settore della ricerca linguistica specifica, si produce e si sperimenta nel resto d’Italia. Ma spesso non ci sono o non si vogliono trovare le giuste sinergie a livello istituzionale per coinvolgimenti di più ampio respiro, che travalichino i limiti del circuito cittadino, proiettando l’operatività locale in una dimensione più ampia, nazionale. Certo, allorché l’interesse è solo epidermico, o legato a questioni di appartenenza politica, di clientela, di tornaconto personale, ed eventuali proposte  non abbiano come primo elemento progettuale prioritario la divulgazione artistica di qualità e la crescita culturale specifica della comunità, sarà difficile  che io dia il mio apporto di critico. Ultimamente, come tu sai, sto lavorando con privati ad una idea molto bella e coinvolgente. Spero si concretizzi, anche perché le persone all’origine del progetto sono della migliore caratura umana e professionale

Da sinistra-B.Zimmer-Coltellaro-H.Middendorf
Da sinistra-B.Zimmer-Coltellaro-H.Middendorf

Nata a Gizzeria (Catanzaro), Teodolinda opera a Lamezia Terme come critico d’arte contemporanea.

Con il suo intenso lavoro critico ha contribuito alla nascita e alla crescita qualitativa del Museo Civico di Taverna.
È componente del Comitato Scientifico del MARCA – Museo delle Arti di Catanzaro e direttore della collana editoriale Quaderni del Marca.
Collabora con quotidiani, riviste e periodici di arte contemporanea.

Nel suo percorso di esegesi visiva ha incontrato alcuni dei più importanti artisti contemporanei, dai quali ha ricevuto note incondizionate di stima e apprezzamento. Savelli (il Maestro del bianco), scrivendo di lei, sottolinea “l’ammirazione per il suo interesse verso l’estetica viva e la sua intensa ricerca diretta a sviluppare e a donare agli altri una coscienza dell’arte contemporanea”. Francesco Guerrieri scrive: “Coltellaro è nota tra i critici italiani d’arte contemporanea per le  sue grandi capacità analitiche, per l’elevato livello culturale e per l’alta poeticità dei suoi scritti. Come ho già scritto in un’altra occasione, è un critico d’arte-poeta, che appartiene, cioè, a quella tradizione che vide nascere la critica d’arte tra i poeti francesi della fine dell’Ottocento e del primo Novecento. Questo vuol significare che  sa analizzare, scavare, incidere, alla ricerca del senso dell’opera per poi prendere il volo nei cieli alti della poesia

Il suo lavoro di critico, oltre che in numerosi musei, biblioteche e archivi museali nazionali e internazionali è documentato presso l’Archivio Storico della Quadriennale Nazionale di Roma.

Ippolita Luzzo 

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