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La Mirandolina di Amanda Sandrelli conquista il pubblico lametino

4 min di lettura

In scena al Teatro Grandinetti e anche per gli studenti di alcune scuole della città, La Locandiera di Carlo Goldoni che ha inaugurato la nuova stagione teatrale promossa da Ama Calabria.

La celebre pièce goldoniana è stata molto apprezzata dal pubblico che nello spettacolo serale ha gremito il teatro in ogni ordine di posto, tributando numerosi applausi ai bravissimi attori. Grande successo anche per la matinée riservata agli studenti della città, rimasti inchiodati alle poltrone in sala ad ammirare la brillante commedia goldoniana magistralmente interpretata da un cast d’eccezione. A dare inizio alla serata il direttore artistico dell’Ama Calabria, Francescantonio Pollice, che ha salutato e ringraziato il pubblico auspicando che con la nuova amministrazione la città di Lamezia possa vivere un lungo periodo di stabilità politico-amministrativa, elementi basilari per poter realizzare una programmazione culturale importante e a lungo termine. 

La Locandiera. Grande protagonista Amanda Sandrelli (Mirandolina), insieme a lei Alex Cendron (cavaliere di Ripafratta), Giuliana Colzi (Deianira), Andrea Costagli (marchese di Forlipopoli), Dimitri Frosali (conte d’Albafiorita), Massimo Salvianti (Fabrizio) e Lucia Socci (Ortensia).

Lo spettacolo ora in tournée, è stato prodotto da Arca azzurra e Teatro stabile di Verona, con l’adattamento e la drammaturgia di Niccolini, le scene di Antonio Panzuto e la regia di Paolo Valerio.

La storia, nota a tutti, è quella della bella locandiera fiorentina Mirandolina, ammaliatrice di professione. Accanto a lei Fabrizio, fedele cameriere tuttofare e suo promesso sposo. La locanda, unica ambientazione della vicenda, è frequentata da nobili, aristocratici e uomini facoltosi: tutti innamorati della proprietaria, che corteggiano a colpi di regali e promesse di protezione, come il marchese di Forlipopoli e il conte d’Albafiorita. Mirandolina è una lavoratrice, libera e indipendente. E’ consapevole del suo ascendente sugli uomini e lo sfrutta per trarre profitto per la sua locanda, non agisce mai per amore. E’ l’archetipo della donna di carattere, carismatica, ironica, talvolta frivola, senza dubbio scaltra: un personaggio assolutamente moderno. Così si comporta anche con il Cavaliere di Ripafratta, ricchissimo nobiluomo ostile con le donne e con l’amore, che per lei costituisce una sfida che non può che vincere… Alla fine anche lui cadrà ai suoi piedi ma, come tutti gli altri, sarà costretto ad accettare la decisione della donna di sposare Fabrizio e non accettare più la corte di tutti i clienti di passaggio. A colorire maggiormente la narrazione altre due donne: Deianira e Ortensia, attrici in cerca di fortuna e facili danari.

Mirandolina, in netta opposizione con i personaggi teatrali femminili da sempre rappresentati, riesce ad affermarsi nella società senza alcun bisogno di figure maschili, è una autoritaria donna d’affari, crudele (come sottolinea lo stesso Goldoni) ma per necessità.

Lotta contro gli stereotipi e la misoginia del suo tempo, è slegata dall’ idea di “donna domestica” tanto da sembrare visionaria.

Applauditissimo il monologo interpretato da Amanda Sandrelli alla fine del Primo Atto:

 “Uh, che mai ha detto? L’eccellentissimo signor marchese Arsura mi sposerebbe? Eppure, se mi volesse sposare, vi sarebbe una piccola difficoltà: io non lo vorrei. Mi piace l’arrosto, e del fumo non so che farne. Se avessi sposati tutti quelli che hanno detto volermi, oh avrei pure tanti mariti. Quanti arrivano a questa locanda, tutti di me si innamorano, tutti mi fanno i cascamorti, e tanti e tanti mi esibiscono di sposarmi addirittura. E questo signor cavaliere, rustico come un orso, mi tratta sì bruscamente? Questi è il primo forestiere capitato alla mia locanda, il quale non abbia avuto piacere di trattare con me. Non dico che tutti in un salto s’abbiano a innamorare: ma disprezzarmi così è una cosa che mi muove la bile terribilmente! E’ nemico delle donne? Non le può vedere? Povero pazzo! Non avrà ancora trovato quella che sappia fare. Ma la troverà, la troverà… E chissà che non l’abbia trovata? Con questi mi metto di picca. Quei che mi corrono dietro, presto presto mi annoiano. La nobiltà non fa per me. La ricchezza la stimo e non la stimo. Tutto il mio piacere consiste nel vedermi servita, vagheggiata, adorata. Questa è la mia debolezza, e questa è la debolezza di quasi tutte le donne. A maritarmi non ci penso nemmeno: non ho bisogno di nessuno; vivo onestamente e godo la mia libertà. Tratto con tutti, ma non mi innamoro mai di nessuno. Voglio burlarmi di tante caricature di amanti spasimati: e voglio usar tutta l’arte per vincere, abbattere e conquassare questi cuori barbari e duri, che son nemici di noi, che siamo la miglior cosa che abbia prodotto al mondo la bella madre natura.”

Maria Francesca Gentile

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