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Lamezia. Comitato sanità 19 Marzo: si chiudano le scuole per emergenza Covid”

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Lamezia Terme è uno dei centri del catanzarese dove si inizia a registrare un numero preoccupante di contagi da Covid19.

Nelle ultime ore il numero dei contagiati è cresciuto in maniera esponenziale e, fino a ieri, si sono registrati circa 30 casi. Nonostante la seria situazione sanitaria, confermata dalla chiusura utile alla sanificazione degli ambienti di alcuni Uffici pubblici, tra i quali Inps, Agenzia delle Entrate e Tribunale, le scuole non sono state ancora chiuse.

Il Coordinamento Sanità 19 Marzo ha accolto lo sfogo dei genitori che sono angosciati e seriamente preoccupati, anche perché si aspetta l’esito di altri tamponi e il numero potrebbe ancora aumentare. Negli ultimi giorni – spiegano i componenti del comitato – la situazione epidemiologica nella nostra comunità, desta forte preoccupazione come denunciato anche tramite i social. Mantenere la calma è certamente un dovere da parte di tutti, ma non è possibile trascurare il fatto concreto che solo negli ultimi giorni si sono registrati molti casi. E se all’inizio i casi erano circoscritti in ambito familiare, adesso si stanno allargando a macchia d’olio coinvolgendo dipendenti che lavorano in strutture pubbliche come Inps, Tribunale, Centro Neurogenetica e scuole.

Nessuno vuole mettere in atto una caccia alle streghe e siamo vicini alle persone contagiate e alle loro famiglie invitando ad una maggiore comprensione tutti – raccontano – ma dobbiamo essere razionali e capire che la chiusura delle scuole, quali principali centri di aggregazione dei nostri figli, deve avvenire in maniera repentina. Il nostro unico obiettivo è tutelare la nostra salute e soprattutto quella dei nostri figli. Sappiamo benissimo cosa dicono le linee guida, e riteniamo che quanto previsto, diretto alla chiusura del presidio scolastico come ultima istanza per cercare di garantire l’istruzione degli studenti, potrebbe non bastare.

Riteniamo che, almeno fino a quando la circolazione virale non lo consenta, possano intraprendersi misure quali la didattica a distanza. Ci appelliamo al presidente f.f. della Regione Calabria Nino Spirlì, al prefetto di Catanzaro Maria Teresa Cucinotta, al sindaco di Lamezia Terme e ai vertici dell’Asp di Catanzaro e dirigenti delle scuole, affinché valutino tempestivamente e celermente la situazione sanitaria emergenziale che si è profilata nella nostra comunità, in modo da mettere in atto tutte quelle misure che possano evitare l’aumento dei contagi, prima che sia troppo tardi.

Chiediamo che la salute degli studenti e di tutto il personale scolastico venga tutelata anche prima di altri diritti se necessario e che ispiri qualsiasi tipo di provvedimento. Auspichiamo che le scuole del territorio lametino vengano chiuse almeno fino a fine di ottobre, in modo che nel frattempo si monitorino e conoscano gli sviluppi epidemiologici. Ai cittadini come noi chiediamo sempre di mantenere la calma, di adottare ogni misura raccomandata non solo da leggi o altri provvedimenti. “Alcuni comuni italiani, in piena emergenza Covid19 – dicono i componenti del sodalizio  – per non agire in maniera tempestiva, hanno pagato a caro prezzo e sulla propria pelle gli effetti di questo terribile virus.

Non permetteremo che a Lamezia Terme avvenga tutto ciò ed esortiamo il nostro sindaco Paolo Mascaro a non fermarsi solamente davanti a questioni burocratiche. Pretendiamo, che si metta in prima linea, affinché esorti il governo regionale e tutte le istituzioni di competenza a chiudere immediatamente gli istituti scolastici. Non vogliamo solo mere giustificazioni ed inceppi burocratici”.

“E’ inoltre necessario – aggiungono – chiudere a scopo precauzionale le scuole per sanificarle ma anche la mappatura dei contatti risulta complessa poiché coinvolge tanti soggetti e di conseguenza tutti siamo a rischio”.  “Siamo intenzionati a non mandare i nostri figli a scuola – annunciano -perché abbiamo il dovere morale di tutelare la loro salute. Qualora chiudessero ufficialmente le scuole, si attiverebbe la didattica a distanza garantendo il diritto allo studio dei nostri figli. Siamo intenzionati – concludono -a non fermarci e qualora dovesse succedere qualcosa, faremo le nostre rimostranze nelle sedi opportune”.

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